Resta aperta la ferita degli scontri anti-discarica Tam tam nei due quartieri: pezzi di sacchetti nelle schede

Voglia di astensionismo nella terra dei rifiuti

La protesta di Chiaiano e Pianura: «Noi abbandonati, ora ci chiedono i voti»
20 maggio 2009 - Paolo Maniero
Fonte: Il Mattino

C’è un quartiere che la sua battaglia l’ha vinta; ce n’è un altro che l’ha persa. A Pianura la discarica non s’è fatta; a Chiaiano sì. Per uno strano scherzo del destino questi due quartieri che l’emergenza rifiuti l’hanno vissuta e la vivono sulla propria pelle comprendono il primo collegio elettorale provinciale. E i riflessi dei giorni infuocati della protesta e della guerriglia si avvertono tutti. La politica? I partiti? «Ma per favore...», sbotta la signora Maria Rosaria, impiegata statale. Sfiducia, rassegnazione, delusione. Da Pianura a Chiaiano i sentimenti non cambiano. «La ferita è ancora aperta. Siamo stati abbandonati ma ora tutti vengono a chiedere i voti... Andrò a votare? Non so», dice Nando, bancario. Ci sono soltanto i nomi, e non anche i cognomi in questo viaggio nei quartieri dell’emergenza perché la sfiducia è tale che la diffidenza si trasforma nel timore di esporsi. «Ci hanno preso in giro per anni. I campi da golf... e chi li ha visti mai?», osserva Pietro Rinaldi del centro sociale Insurgencia, uno di quelli che tiene vivo il presidio permanente di Chiaiano alla rotonda Titanic. Per capire quanto l’emergenza rifiuti abbia inciso nel corpo ferito di Pianura e Chiaiano basta leggere le liste dei candidati. C’è Crescenzo Mele con l’Idv; c’è Carlo Migliaccio con la lista Nicolais; c’è Pasquale Di Vaia con Diritti@sinistra (lista alleata al Prc); ci sono Angelo De Falco con Noi Consumatori e Alfonso Merolla con Italiani nel mondo che furono tra i promotori della fiaccolata pro Marco Nonno. Tutti, in un modo nell’altro, hanno avuto a che fare con i giorni caldi di Pianura e Chiaiano. «Chi votare? Mai come questa volta - dice Pietro Rinaldi - abbiamo toccato con mano la lontananza della politica. Nessuno si è fatto carico delle nostre istanze, delle nostre idee. Però c’è la campagna elettorale e la politica torna non con una proposta ma solo per chiedere voti». E allora il presidio antidiscarica propone l’astensione o l’annullamento della scheda come forma di protesta. Sabato e domenica prossimi saranno distribuiti ai cittadini gadget particolari, pezzi di sacchetti della spazzatura da mettere nella scheda e poi inserire nell’urna. «È un gesto simbolico ma anche concreto - dice Rinaldi - perché ai politici fai male soltanto quando gli togli il voto». In questo clima di sfiducia i candidati cercano voti. «La questione rifiuti - dice Mele, che fu tra gli animatori della protesta di Pianura - è viva ed è tutt’altro che risolta. La linea dei termovalorizzatori e delle discariche a cielo aperto non ci convince e le conseguenze di questa politica si avvertiranno nei prossimi anni». Migliaccio, che ha fatto affiggere un manifesto da titolo «Per non dimenticare», fu in prima linea nella protesta di Chiaiano. Eletto consigliere comunale con l’Udeur, un passaggio con l’Idv, oggi è candidato con la lista Nicolais. Migliaccio più che del passato preferisce parlare del futuro. «Fu un errore aprire la discarica - dice Migliaccio - ma Chiaiano può diventare un esempio per la città. Tra il parco delle Colline e il futuro parco dell’Università in un’area di sette ettari che il Comune cercherà di acquisire questo quartiere è destinato a rinascere». Ma Pasquale Di Vaia, candidato di Diritti@sinistra, lista che sostiene Tommaso Sodano, attacca: «Nel nostro programma è prevista ai primi punti l’immediata chiusura della discarica di Chiaiano. Mi piacerebbe conoscere il parere di Nicolais e dei suoi candidati nel collegio uno». 1-continua

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