aso Lepore: sostituti spaccati sull’assemblea
Le grandi manovre sono cominciate. La Procura di Napoli si prepara all’appuntamento atteso e ipotizzato da giorni: la convocazione di un’assemblea nella quale si affronterà lo spinoso caso scaturito dalla missiva inviata al Consiglio superiore della magistratura dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, con la quale chiamava in causa il procuratore Giovandomenico Lepore in relazione allo stralcio della posizione di Guido Bertolaso, di Alessandro Pansa e Corrado Catenacci rispetto al filone principale dell’inchiesta. Il procuratore Lepore - questo il senso della lettera di De Chiara - motivò lo stralcio anche per non ostacolare il governo, per non turbare un esecutivo impegnato nella risoluzione dell’emergenza rifiuti in Campania. Fin qui la ricostruzione dei fatti. Da ieri è iniziata la raccolta di firme tra i pubblici ministeri. Ma non tutti si schierano con i promotori dell’iniziativa. Solo nelle prossime ore si capiranno compiutamente quali sono gli equilibri tra i favorevoli e i contrari. Ieri sulla vicenda è intervenuto il procuratore Lepore. «Nel mio ufficio non c’è nessuna spaccatura - ha detto a chi gli chiedeva di commentare le indiscrezioni secondo le quali lo stesso capo dello Stato segue con attenzione gli sviluppi del cosiddetto «nuovo caso Napoli». Un caso sul quale - lo ricordiamo - è in corso una procedura di tutela dei pm titolari del fascicolo Noviello e Sirleo e sul quale appare prossima una decisione da parte della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. «Ci sono delle divergenze solo su una questione processuale - ha proseguito Lepore - ma non c’è nessuna spaccatura. Ringrazio ovviamente il presidente della Repubblica per il suo intervento e per l’interesse. Del resto, il nostro ufficio è il più grande d’Italia. Ci sono divergenze che hanno avuto il clamore della stampa», ha aggiunto Lepore: sinceramente è un clamore che dovrebbe finire e spero finisca presto. Noi pensiamo solo a lavorare, come dimostra anche l’ultima indagine della Direzione distrettuale antimafia su un traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica a Napoli».