Le motivazioni della sentenza che ha confermato la restituzione di 300 milioni a Impregilo «Sui togati gratuite insinuazioni»

Processo rifiuti, la Cassazione striglia i pm

Bufera su Sirleo e Noviello: per la Suprema Corte hanno usato «toni inutilmente aspri e irridenti» contro il Riesame
16 maggio 2009 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

La storia giudiziaria che vede opposte accusa e difesa nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti si arricchisce di un nuovo capitolo. A scriverlo è la Corte di Cassazione, che ieri ha depositato le motivazioni di una sentenza molto attesa: quella dei giudici della seconda sezione (presidente Antonio Esposito, relatore Margherita Bianca Taddei), con la quale la Suprema Corte ha annullato parzialmente con rinvio l’ordinanza del Riesame di Napoli, che aveva disposto il dissequestro di 440 milioni di euro confermando il dissequestro di altri 300 euro nella disponibilità delle società Impregilo. Al di là della vicenda e dei suoi contorni estremamente tecnici, un altro dato emerge dalla lettura delle motivazioni. Nelle 35 pagine scritte dai giudici della Cassazione, emerge infatti in diversi punti una critica all’operato dei pubblici ministeri titolari del fascicolo, i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Gli stessi che attualmente sostengono l’accusa nel processo contro il presidente della Regione Antonio Bassolino. Ma procediamo con ordine. Partendo dalle conclusioni: sì al dissequestro di 301 milioni di euro, che tornano dunque nella disponibilità di Impregilo. Per la cifra residua - 449 milioni - la Cassazione non si esprime, investendo della decisione un nuovo collegio di giudici della libertà, sostenendo che sul punto le precedenti motivazioni risultavano carenti. «Le censure del pubblico ministero - scrivono i giudici della Cassazione - formulate di continuo con toni (inutilmente) aspri ed accesi, (inusuali in un provvedimento giurisdizionale) talvolta irridenti, altre volte sicuramente eccessivi (per non dire inaccettabili: “goffa giustificazione fornita dal tribunale al proprio comportamento; l’applicazione di questo principio aprirebbe scenari grotteschi”) si risolvono in doglianze infondate, se non in mere e gratuite insinuazioni». «Così - proseguono i supremi giudici - come quando si accusa il Tribunale di “chiara determinazione di non leggere gli atti, quindi di non decidere” e si aggiunge che “l’assenza di esame e di valutazione degli atti a disposizione è dovuta non ad un semplice difetto argomentativo, ma è piuttosto un segnale inequivoco di un fermo e pregiudiziale rifiuto di esaminare gli atti». Per la Cassazione «è vero proprio il contrario, in quanto il Tribunale ha dato l’unica risposta possibile allo stato degli atti». Soddisfazione per la decisione della Corte di Cassazione viene espressa dai legali delle società Impregilo, gli avvocati Alfonso ed Annalisa Stile. «La nostra analisi - spiega al «Mattino» il professor Alfonso Stile - è stata confermata. Sull’unico punto segnalato dalle Sezioni unite come verificabile sul quale il Riesame aveva ritenuto di soffermarsi è stata data piena soddisfazione alla tesi difensiva con la conferma che i pm non sono stati in grado di dimostrare da parte delle società un solo euro di profitto». La battaglia giudiziaria, insomma, continua. E andrà avanti ora con l’assegnazione del caso - per la somma relativa ai 449 milioni - a un nuovo collegio di magistrati del Riesame.

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