Raid dei disoccupati, incendiato un bus
Un bus bruciato in piazza Carlo III, la sede del Pdl assaltata, cassonetti rivoltati in corso Umberto, corso Garibaldi e alla Marina: mattinata di guerriglia ieri a Napoli mentre un corteo dei disoccupati partito da piazza Mancini si dirigeva alla prefettura. Otto persone sono state fermate dopo l’occupazione della sede politica e sono state rilasciate e denunciate. Nel pomeriggio un uomo, che ha detto di essere un disoccupato, ha telefonato all’Ansa rivendicando il rogo del bus. Senza dare il proprio nome, ha lanciato un «avvertimento» al prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, al questore Santi Giuffrè e all’assessore provinciale al lavoro, Bernardo Tuccillo. «Oggi abbiamo bruciato un autobus - ha detto - ma se il bando non sarà sospeso faremo cose molto più pericolose». Il bando di cui parla l’anonimo è quello per i corsi di formazione. La Digos, diretta dal vicequestore Antonio Sbordone, ritiene che la rivendicazione sia attendibile e passa al setaccio la complessa galassia delle sigle che riuniscono i disoccupati organizzati. Ieri in piazza c’erano i senza lavoro dei Banchi Nuovi, del coordinamento di Acerra, del progetto Isola e un nuovo raggruppamento che si rivolge a destra. Questi ultimi chiedono lo stop ai nuovi corsi d’orientamento che, a loro parere, sarebbero gestiti in maniera clientelare. Sullo sfondo il possibile cambio politico alla Provincia che potrebbe, ma è sempre una loro ipotesi, portare alla riapertura delle graduatorie. Ma già ieri il Pdl ha sottolineato: «Violenza e prevaricazione sono strumenti di lotta che rispediamo al mittente, qualunque sia la casacca che indossa o lo status che proclama». Sulla stessa linea l’assessore provinciale Bernardino Tuccillo (Rifondazione comunista) che annuncia la convocazione della commissione provinciale per l’impiego per il 20 maggio per fissare i criteri per il bando per l’orientamento. Diversa, e forse più complessa, la situazione dei lavoratori legati al progetto Isola. Giovedì, come chiarisce una nota della prefettura, c’è stato un incontro a Roma tra il sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli; il prefetto, Alessandro Pansa e l’assessore alla formazione della Regione, Corrado Gabriele. Nel corso della riunione, spiega la prefettura, è stata approfondita «l’opportunità della costituzione di un’agenzia pubblica d’impiego regionale, d’intesa con il ministero del lavoro, nella quale potranno confluire i corsisti». Intanto il governo ha dato la propria disponibilità per gli interventi a sostegno del reddito dei circa 3000 corsisti. Ma i disoccupati puntavano a un nuovo incontro in tempi brevi: temono che, passate le elezioni, le promesse possano essere disattese. E a maggio scadrà la proroga della proroga della loro «work esperience». Così ieri è scoppiata la protesta che ha creato paura e disagi in tutto il centro storico. Mentre il corteo bloccava corso Umberto, infatti, e qualche centinaio di persone avanzava verso la prefettura, gruppi di vandali rovesciavano i cassonetti nelle vie laterali provocando diversi blocchi del traffico. Contemporaneamente alcune personene con il volto coperto si avvicinavano al bus della linea 182 parcheggiato in piazza Carlo III. «Ero appena salito a bordo e avevo poggiato la borsa sul cruscotto quando, girandomi ho visto le fiamme: sono riuscito a scappare solo per miracolo», ha raccontato l’autista alla polizia. In piazza nessuno ha visto: il proprietario dell’autolavaggio che si affaccia proprio di fronte all’area di sosta ha detto di non essere stato presente; i giovani al lavoro, hanno detto di aver visto solo il bus in fiamme. Inutilizzabili (tropo sfocate) le immagini riprese da alcune telecamere. Tacciono i baristi presenti nei due locali vicini, tacciono i tassisti. E tutti concordano: «Noi qui dobbiamo continuare a lavorare».