A febbraio l’ultimo blitz della Digos: solamente il 10 per cento era in servizio regolarmente

Rifiuti, corsi e assenteismo l’affare del progetto Isola

Il nodo: assunzioni bloccate in Asìa e consorzi
16 maggio 2009 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Non è la prima volta che il progetto Isola si trova al centro della bufera. A febbraio scorso un blitz della Digos accertò che solo il 10 per cento dei lavoratori che in quel momento avrebbero dovuto essere al lavoro erano effettivamente presenti. Alcuni erano assenti, altri c’erano solo sulla carta. Partì una raffica di denunce. E il via ad accertamenti su ampia scala per verificare se le società di formazione funzionassero correttamente. Accertamenti che sono tuttora in corso: il sospetto è che alcune agenzie di formazione avessero creato dal nulla imprese per permettere ai disoccupati di svolgere le cosiddette work esperience. Ma al di là di ogni possibile vicenda giudiziaria è certo che il progetto era partito puntando su una collocazione sul mercato del lavoro che si è rivelata impossibile. Il settore ambientale, nel quale i corsisti dovrebbero essere impegnati, è già saturo e, a quanto pare, molti degli enti che dovrebbero assorbire i disoccupati non hanno dato al momento la propria disponibilità. A partire dall’Asia che ha già dovuto dare lavoro a più di trecento dipendenti del consorzio del bacino 5. E del resto gli esuberi nei consorzi, gonfiati negli anni passati da ondate di assunzioni clientelari, sono 551 secondo i calcoli del gestore unico. Ora, però, si parla di quattromila nuove assunzioni da parte di una nuova agenzia. L’impianto progettuale, proposto dall’assessore regionale Corrado Gabriele, prevede un intervento per circa 4.000 disoccupati di lunga durata - per un periodo di 24 mesi ed un relativo piano finanziario di 60 milioni di euro di cui un terzo a carico della Regione e i restanti due terzi a carico del ministero del Lavoro. Il ministero sarebbe, però, disponibile a coprire solo i primi sei mesi. Ipotesi che vede contrario Gabriele che spiega: «Non possiamo lasciare che dopo pochi mesi di attività migliaia di persone restino senza alcuna possibilità di reddito e senza un minimo di sostegno alla sopravvivenza». La storia dei corsisti iniziò quando l’allora assessore provinciale Gabriele decise di istituire un call center per raccogliere le richieste di formazione dei disoccupati censendone trentamila. Diecimila parteciparono ai successivi corsi di orientamento e 3500 al progetto Isola che è poi diventato biennale e che a marzo è stato prorogato di altri due mesi, fino alla fine di maggio.

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