Rifiuti, l’ordinanza di Prodi su Acerra riaccende la polemica

3 marzo 2008
Fonte: Il Velino

Dopo la decisione di Palazzo Chigi di autorizzare nel termovalorizzatore di Acerra lo smaltimento delle ecoballe e di tutti i materiali (non a norma) prodotti dagli impianti cdr declassati per legge, si riaccende la polemica. Il cantiere dell’impianto attualmente completo al 99 per cento era stato infatti sbloccato solo dopo l’intervento del capo della Protezione civile Guido Bertolaso che nel 2004, in appoggio all’azione dell’ex commissario Corrado Catenacci, era riuscito a sedare le proteste che impedivano l’avvio dei lavori: determinante fu la iniziativa di Bertolaso di risottoporre il progetto alla procedura di Valutazione ambientale (Via) determinata attraverso un’ordinanza dell’allora presidente del Consiglio. Al progetto venne dato il definitivo via libera dal ministero dell’Ambiente con una serie di prescrizioni a garanzia della sicurezza per la salute e per l’ambiente e che confermavano la possibilità di bruciare nel termovalorizzatore in questione solo cdr a norma così come previsto dal contratto e come confermato anche dall’allora presidente della commissione Via Bruno Agricola: “Se il cdr non è a norma non si può bruciare”, disse Agricola nel corso di un’audizione di fronte alla commissione bicamerale di inchiesta sulle Ecomafie. Che il cdr non fosse a norma lo si sospettava da tempo ma successivamente gli impianti per la produzione di questo materiale vennero declassati anche a seguito dei rilievi della magistratura.

Per ottemperare alle prescrizioni dettate nel 2005 dal ministero dell’Ambiente (e su cui si ricucì il rapporto di fiducia necessario per costruire l’impianto) vennero spesi decine di milioni di euro. E la decisione presa nel week end da Palazzo Chigi potrebbe far esplodere le polemiche. Un assaggio dell’ostilità nei confronti di questa decisione è la dichiarazione del presidente della commissione Ambiente del Senato Tommaso Sodano. “Per superare l’emergenza rifiuti in Campania un’ordinanza di Prodi stabilisce che nell’inceneritore di Acerra potranno essere bruciate le ecoballe attualmente prodotte negli impianti di cdr, che non sono a norma. È gravissimo”. Il presidente della commissione Ambiente al Senato, Tommaso Sodano di Sinistra arcobaleno, attacca frontalmente l’ordinanza. “Chiedo ai cosiddetti ambientalisti del Pd e allo stesso Veltroni, che si presenta come l’alfiere dell’ambientalismo del sì, se le popolazioni devono dire di sì anche a questa ultima imposizione: bruciando quelle ecoballe, in deroga alla legge, tutti i composti nocivi aumenteranno compromettendo le acque, il suolo, l’aria che la gente respira. Tutto ciò viene contrabbandato come misura per risolvere l’emergenza, esattamente come la concessione dei Cip6 all’inceneritore, anche quello in deroga alla legge”.

L’impianto di Acerra completo al 99 per cento, al momento della sua entrata in funzione potrebbe smaltire circa 600 mila tonnellate di cdr all’anno, 2.000 tonnellate su base giornaliera. L’impianto ha una capacità di 105 megawatt elettrici e quindi la potenzialità di produrre energia per circa 35 mila famiglie. Attualmente si registra un’impasse che blocca la conclusione dei lavori dopo che la magistratura ha sequestrato a Impregilo crediti per 750 milioni di euro nell’ambito della maxi inchiesta sugli illeciti connessi alla gestione dei rifiuti che vede coinvolte due società controllate Fibe e Fibe Campania. Le due società a cui è stato rescisso il contratto già nel 2005 per legge, eserciscono ancora il cantiere di Acerra in attesa di individuare il nuovo affidatario. In Campania però è già andata tre volte deserta la gara per riaffidare il servizio, anche a causa delle difficoltà segnalate dalle società che pure avevano manifestato interesse per la gara in un primo momento. Probabilmente la nuova ordinanza che scioglie una grande difficoltà rispetto all’utilizzo dell’impianto firmata da Palazzo Chigi come pure il riconoscimento del regime agevolato del Cip6 per Acerra (previsto in un’ordinanza del presidente del Consiglio firmata a fine gennaio e contenuta anche nel decreto milleproroghe) potrebbe determinare condizioni favorevoli per individuare il nuovo affidatario del servizio.

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