Consorzio unico Fabozzi «decaduto»
Fabozzi dichiarato decaduto, alla guida dell’assemblea del Consorzio unico è stato quindi designato, statuto alla mano, l’attuale vicepresidente, e cioè Enrico Parente, sindaco di Grazzanise. Come anticipato ieri dal Mattino, il ministero dell’Interno, richiesto di un parere sulla compatibilità di Enrico Fabozzi - sindaco di un comune (Villa Literno) sciolto per camorra - a ricoprire l’incarico di presidente dell’assemblea del Consorzione, ha inviato una nota interpretativa al prefetto di Caserta Ezio Monaco. Quest’ultimo, ieri, ha a sua volta firmato il provvedimento con il quale si dichiara la decadenza dalla carica per Fabozzi e si individua in Parente la massima autorità dell’ente, affinché provveda, nei tempi e nelle modalità previste dallo statuto, a convocare i soci per l’elezione del cda e dei revisori dei conti. Sarà poi il cda a nominare a sua volta il direttore generale. Eletto per la prima volta nel 2000 e riconfermato nel 2005 alla guida del Comune di Grazzanise, Parente sarà oggi stesso in prefettura e nella sede legale del Consorzio per avviare tutte le procedure volte a garantire il funzionamento dell’ente consortile. «Prendo atto del provvedimento del prefetto - dice Parente - si tratta di un atto dovuto ai sensi dell’articolo 9 comma 5 dello statuto». «Prende atto» anche Fabozzi il quale precisa di valutare se e come ricorrere contro la decisione del prefetto. Già nella giornata di lunedì il caso era esploso in seguito al mancato svolgimento dell’assemblea dei soci del Consorzio dopo che la riunione era stata prima convocata (per l’11 maggio) e poi «sconvocata» (in data 8 maggio). Il rinvio era stato motivato per «sopraggiunti elementi di valutazione di ordine giuridico-amministrativo». La cesura stava tutta in un dossier che il prefetto di Caserta aveva inviato all’attenzione del ministro dell’Interno con annessa richiesta di un parere sulle modalità di procedere. Il nodo - sollevato anche nel corso della missione a Caserta della commissione Antimafia - verteva proprio sulla posizione di Fabozzi, sindaco di un comune sciolto per infiltrazioni camorristiche. E dunque, è il quesito sollevato dalla Prefettura, Fabozzi è titolato a convocare l’assemblea dei soci del Consorzio unico per procedere alla nomina del cda dell’ente consortile? Lunedì sera le prime indiscrezioni dal Viminale, secondo le quali il ministero avrebbe accolto le eccezioni sollevate dal prefetto. Ieri la conferma. Secondo Fabozzi, invece, non ci sarebbe stato alcun impedimento di legge sulla titolarità della sua funzione «dal momento - spiega - che lo Statuto prevede che il presidente eletto duri in carica tre anni non rinnovabili e non contempla la cessazione dalla carica. Del resto - aggiunge - eventuali incompatibilità riguardano le cariche strettamente connesse all’attività di sindaco e non riguardano quelle ricoperte nell’ambito di enti strumentali». Insomma, uno scontro procedurale arricchito anche da un documento di contro-deduzioni (con pareri legali e richiami di pronunce del Tar) che lo stesso Fabozzi ha inviato alla prefettura di Caserta, al sottosegretario Bertolaso e al capomissione amministrativo-finanziaria della struttura commissariale, Vincenzo Gagliani Caputo. Ora il pallino è nella mani di Parente. In caso di palesi e prolungati ritardi o inefficienze il prefetto è autorizzato a intervenire d’ufficio. Anche con la nomina di un commissario.