Lo scontro dopo lo stralcio di sette posizioni dal fascicolo principale dell’inchiesta L’udienza del 26 maggio Ma ora il procedimento è a rischio trasferimento per il ritorno di Corona

Veleni in Procura, Lepore smorza le tensioni

Contromossa del procuratore: per il «processo ecoballe» in aula Noviello e Sirleo, i pm dello strappo
12 maggio 2009 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Saranno i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo a rappresentare la pubblica accusa nel corso del processo ecoballe, il prossimo 26 maggio. Lo ha stabilito il procuratore Giovandomenico Lepore, che qualche giorno fa ha scritto ai due magistrati, protagonisti di uno scontro sulla gestione del fascicolo che chiama in causa, tra gli altri, i vertici della Protezione civile e due ex commissari all’emergenza rifiuti in Campania. Cos’ha convinto il procuratore di Napoli a rivolgersi ai due pm che hanno aperto un caso tutto napoletano dinanzi al Csm? In poche righe, ecco l’ultima mossa del capo degli inquirenti napoletani: data la complessità del processo Angelino Elpidio più altri - si legge nella comunicazione del procuratore - vengono delegati i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo a sostenere la prima udienza dinanzi alla quinta sezione penale, collegio b. Tornano in campo, dunque, i pm dello strappo, nato dopo la decisione del procuratore Lepore di stralciare sette posizioni, tra cui quella dei prefetti Catenacci, Bertolaso e Pansa, dal filone principale dell’inchiesta sulla gestione commissariale dei rifiuti in Campania. Truffa, traffico illecito dei rifiuti, abuso d’ufficio, diverse ipotesi di violazione delle norme ambientali. Accuse che lo scorso giugno costarono 25 emissioni di arresti domiciliari a carico di ex esponenti dello staff commissariale e degli ex vertici del gruppo Impregilo a Napoli e che lo scorso gennaio hanno convinto il gup Raffaele Piccirillo ad accogliere per tutti la richiesta di rinvio a giudizio. Un fascicolo al centro di un braccio di ferro in seno ai vertici della Procura di Napoli. L’evento clou risale allo scorso 24 luglio, quando il procuratore decise di aprire un fascicolo-stralcio giudicato dal Csm come una «revoca implicita, dunque non motivata». Una divergenza che ha poi indotto il procuratore Lepore, lo scorso gennaio, ad assegnare in delega lo stralcio ad un nuovo pm, il magistrato Maurizio De Marco, a cui spetta ora la valutazione sulle posizioni degli ex commissari rimaste finora congelate. Entro venerdì prossimo, Lepore e i due sostituti dovranno tornare a sedersi gli uni accanto agli altri, per definire le mosse della prima udienza dibattimentale e per incardinare un processo con 25 imputati, a distanza di quasi un anno dagli arresti. A leggere le accuse definite nel corso dell’udienza preliminare, è probabile che saranno circa una ventina i testimoni da convocare in aula, tra cui esponenti delle polizia giudiziaria - tra guardia di finanza e carabinieri del Noe - ma anche consulenti ed esperti in materia ambientale, mentre la Procura è pronta ad indicare come parte offesa Provincia, Regione e Presidenza del Consiglio. Tutto pronto, o quasi, in attesa di stabilire se il processo potrà essere celebrato a Napoli, visto il recente trasferimento nella Procura di Lepore del pm Giovanni Corona, indagato dallo scorso 19 febbraio per il suo ruolo di consulente dell’ex commissario Pansa. Un ritorno a Napoli che potrebbe preludere al trasferimento degli atti del processo ecoballe a Roma, titolare dei fascicoli che riguardano magistrati partenopei.

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