L’Anm: basta veleni, il Csm faccia chiarezza
«Perplessità» per la tempistica con cui è stata indirizzata la nota al Csm, ma anche un auspicio su tutti: «Che Palazzo dei marescialli ponga la parola fine, in modo risolutivo, ai veleni in Procura, a una vicenda che si trascina da troppo tempo dentro e fuori le sedi istituzionali». Ad intervenire sul caso Procura, è il magistrato Tullio Morello, da anni gip nel Tribunale di Napoli, attuale presidente dell’Anm ed esponente dei Movimenti-articolo tre. Ed è proprio il vertice sindacale dei magistrati a far sentire la propria voce sugli ultimi capitoli dello strappo dello scorso 24 luglio, quando il procuratore Giovandomenico Lepore decise di stralciare la posizione di tre ex commissari antirifiuti - Catenacci, Pansa e Bertolaso - dal processo alla gestione della crisi in Campania. Morello interviene sulla nota del procuratore aggiunto Aldo De Chiara (magistrato in forza ai «Movimenti-articolo tre»), un’integrazione alle precedenti audizioni con cui il vice di Lepore ricorda che lo stralcio fu motivato «anche dall’esigenza di non ostacolare il governo». Spiega il presidente Morello: «Nutro perplessità sulla tempistica della nota indirizzata da De Chiara. Mi chiedo: perché rendere noto solo ora al Csm un particolare tanto delicato?». Morello aggiunge: «Eppure De Chiara è stato ascoltato in tutte le sedi, al Consiglio giudiziario, al Csm e in un’assemblea di tutti i pm: perché non dirlo subito? Perché scrivere alla prima commissione, dove è aperta una pratica a tutela dei pm napoletani, e non alla settima, dove si discuteva della revoca?». Intanto, domani la prima commissione del Csm dovrebbe tornare ad occuparsi del caso Napoli e della pratica a tutela chiesta dai pm partenopei. Forte è l’esigenza di serenità nell’ufficio giudiziario: «Credo sia inutile dare vita a nuove audizioni - aggiunge Morello - anche perché tutti i protagonisti di questa divergenza sono stati ascoltati a Palazzo dei Marescialli». Una vicenda che va avanti dallo scorso 24 luglio, che non è ancora conclusa da un punto di vista procedurale: la posizione dei tre ex commissari è ancora in fase di valutazione. Il fascicolo stralcio degli ex commissari non ha ancora uno sbocco e l’orizzonte è tutt’altro che sereno. Va infatti ricordato che sulla vicenda è arrivata la decisione del Csm di trasferire a Napoli il pm Giovanni Corona, il cui nome figura tra gli indagati dello stralcio, rendendo automatica la trasmissione degli atti alla Procura di Roma, titolare delle indagini che coinvolgono toghe napoletane. Un’inchiesta che ha fatto scandire diversi momenti di contrapposizione, su cui ora si leva la voce del procuratore Lepore che in una nota ha ribadito le convinzioni che lo hanno spinto a non esercitare (per il momento) l’azione penale per gli indagati del fascicolo stralcio: «La richiesta di rinvio a giudizio dei prefetti Bertolaso e Pansa avrebbe rappresentato una iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta, anche considerando l’emergenza rifiuti che in quei giorni tanto drammaticamente interessava il nostro territorio».