Immondizia, affare di camorra
La spazzatura è roba dei clan: lo hanno sostenuto nei giorni scorsi nelle loro relazioni la commissione antimafia e quella sul ciclo dei rifiuti, lo ribadiscono i servizi segreti nella relazione sul 2007 consegnata ieri al Parlamento. Gli 007 parlano di una camorra che su questo terreno assume un profilo mafioso proprio per la pervasività sul territorio. Ma non basta: i servizi ipotizzano infiltrazioni malavitose nell’organizzazione delle proteste. «La camorra - si legge nel documento - mostra una spiccata propensione ad infiltrate amministrazioni locali e ad inserirsi in proficui comparti nella gestione dei servizi pubblici. Il suo livello di pervasività è testimoniato in Campania, alle prese con l’emergenza rifiuti, possibile risultante di un concorso di fattori che vede in primo piano l’invadenza della camorra nell’intero ciclo dei rifiuti». Nella relazione viene poi individuato il ruolo preponderante dei Casalesi. «Nell’hinterland vesuviano e nel casertano - scrivono gli 007 - la camorra continua a essere caratterizzata da un profilo più propriamente mafioso, che ne qualifica la pervasività sul territorio specie nei settori più remunerativi: edilizia pubblica e privata, mercati ortofrutticoli e smaltimento dei rifiuti. In quest’ultimo ambito, evidenze di intelligence hanno confermato l’invasività dei Casalesi sull’intero ciclo (stoccaggio, trasporto, smaltimento) nonché situazioni di collusione a livello amministrativo e imprenditoriale». Dal primo gennaio 2005 al 30 settembre del 2007 sono stati 102 i delitti accertati nell’ambito del traffico illecito dei rifiuti, 531 persone denunciate e 251 arrestate. Dati allarmanti, soprattutto se sommati con le cifre emerse nei giorni scorsi sulle ditte raggiunte dalle interdittive antimafia: 32 imprese sono finite nel mirino delle prefetture in Campania dal 1999 al 2007. E non basta: sono attualmente sei i consorzi di bacino commissariati tra Napoli e Caserta. Secondo i servizi di sicurezza l’illegalità in questo campo è determinata da un lato dall’interesse delle imprese ad accrescere i propri guadagni smaltendo irregolarmente i rifiuti, soprattutto se speciali, e dall’altro dall’interesse della criminalità mafiosa che, nel quadro di un più generale controllo del territorio, mira a gestire «tutte le attività economicamente appetibili attraverso l’infiltrazione negli ambiti imprenditoriali, tecnici e politico-amministrativi».