07/05/2009 Chiudi L’associazione Altrabenevento denuncia i gravi rischi in fatto di impatto ambientale dell’area adiacente Ponte Valentino

«Ponte Valentino, troppe due centrali»

Sia l’Antares che la Luminosa dovrebbero dare energia alle ditte
7 maggio 2009 - r.d.b.
Fonte: Il Mattino Benevento

In luogo di un’immediata opera di bonifica e di consolidamento dell’antico monumento romano a forma di dorso di mulo, a Ponte Valentino si pensa di raddoppiare le centrali che, secondo gli accordi del Consorzio ASI, dovrebbero fornire calore ed energia elettrica alle aziende ivi localizzate. Al cospetto delle condizioni nelle quali versa il Ponte si è assaliti dallo sconforto, per cui berne fa l’associazione Altrabenevento a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sullo stato di degrado dell’area e sui rischi che potrebbero ulteriormente deturpare l’ambiente. In queste settimane è venuta alla ribalta la vicenda della Centrale Luminosa, ma l’associazione ha ricordato che a circa 150 metri di distanza dal luogo che dovrebbe ospitare tale impianto, c'è già una Centrale elettrica alimentata a gas metano, di 3 Mega di potenza, costruita da oltre diversi anni e mai entrata in funzione. «Dal 1’ febbraio 2008 quella Centrale è stata fittata dall'ASI alla Antares di Napoli, che ha già presentato il progetto per bruciare in quell'impianto pellet per produrre energia elettrica e calore. Il progetto della Antares indica la rete di tubi per alimentare di calore le ditte vicine». L’interrogativo è legittimo: quante centrali devono fornire calore ed energia alle ditte della zona? Provincia e Comune si sono già pronunciate contro il progetto della Luminosa, ma questo non basta. Altrabenevento ricorda che l’Asi è una partecipata della Provincia, l’ente che, con delibera di Consiglio n.86, ha adottato il Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale che prevede all'art. 16 delle norme transitorie di attuazione, l'inserimento del lotto ove è prevista la centrale termoelettrica tra i capisaldi del sistema ambientale e naturalistico in quanto facente parte del corridoio ecologico del fiume Calore avente una fascia di rispetto di 300 metri per lato, per sponda. L'art. 17, inoltre, vieta l'edificazione nelle fasce perifluviali individuate dallo stesso PTCP. La Regione Campania, dal canto suo, ha approvato, con la Legge n. 13 il Piano territoriale Regionale, che qualifica il Fiume Calore quale "corridoio ecologico da potenziare indisponibile per qualsiasi uso edificativo". Il PTR estende la fascia di tutela delle sponde ad almeno 500 metri per lato per sponda. Poiché l'area ove è previsto l'insediamento della centrale della Luminosa è interamente compresa nella fascia di tutela dei 500 metri (per la precisione, pure dei 300), l'edificazione della stessa è vietata dagli strumenti di pianificazione attualmente vigenti. Altrabenevento ritiene che gli Enti locali devono far valere anche altre ragioni e segnalare formalmente i seguenti motivi di opposizione alla realizzazione del progetto. «Nel progetto Luminosa non è previsto il depuratore, opera fondamentale perchè le acque reflue piene di sostanze chimiche utilizzate per la utilizzazione nelle caldaie, devono essere trattate prima della immissione nel fiume. Il Consorzio ASI ha stipulato un accordo con al Luminosa per prevedere l'uso del Depuratore realizzato da tempo vicino al Ponte Valentino dal Consorzio ASI con fondi regionali e mai entrato in funzione. Nel Progetto non è indicato il collegamento tra la centrale e il Depuratore dall'altra parte del fiume. Questo determinerebbe un impatto sul paesaggio di alveo non rilevato dalla Soprintendenza Ambientale e non indicato nella Valutazione di Impatto Ambientale. Inoltre, la centrale è stata valutata come centrale a cogenerazione perchè dovrebbe produrre energia elettrica e calore. Nella Valutazione di Impatto Ambientale si prescrive che la Centrale deve fornire calore alle aziende del luogo per ridurre del 50% la produzione di inquinanti derivanti dalla produzione attuale di riscaldamento per le industrie. Nel progetto, però, non è indicata la rete di tubi per la fornitura di calore alle aziende locali: dovrebbero attraversare la ferrovia e i due fiumi con altro negativo impatto sul paesaggio di alveo non considerato dalla Soprintendenza e non valutato nella VIA. r.d.b.

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