Sirenetta, torna il progetto scandalo

Di tutti gli sprechi degli anni della gestione straordinaria dei rifiuti, il progetto Sirenetta è diventato il simbolo. Perché, lo ricorderete, fu deciso di stanziare nel 2000 ben 17,9 miliardi di vecchie lire per monitorare, via satellite, i camion che trasportavano immondizia. Anche se in quella cifra era compreso un call center ambientale, gestito dalla partecipata-carrozzone Pan. I risultati furono i seguenti: le apparecchiature satellitari rimasero a ammuffire in un magazzino senza essere mai montate sui camion, e dal call center più che arrivare telefonate, partivano quelle private dei dipendenti. L’unica conseguenza fu che il commissariato per l’emergenza rifiuti si ritrovò alla fine a pagare un conto di 6 milioni di euro al consorzio d’imprese. Senza contare la sentenza della Corte dei conti che l’anno scorso ha condannato Antonio Bassolino, in quanto all’epoca commissario straordinario, al risarcimento di 50 mila euro per i pagamenti non dovuti alla commissione aggiudicatrice che assegnò quella gara infausta. Eppure palazzo Santa Lucia, non contenta degli strascichi giudiziari, delle relazioni al vetriolo degli 007 del ministero delle Finanze, delle polemiche e delle interrogazioni parlamentari, ha deciso di riesumare ora ufficialmente il progetto. Con delibera 660 del 3 aprile e pubblicata sul Burc di ieri, si è deciso di investire la somma iniziale di 250 mila euro, mettendoli nel bilancio del 2009. Senza contare che sono previsti ulteriori fondi da Por per implementare il servizio mai partito. «Un progetto - è scritto nella deliberazione - ritenuto strategico per la sua proposta di monitoraggio del flusso dei rifiuti prodotti, raccolti, recuperati e smaltiti in regione». In previsione, è specificato, della fine dell’emergenza prevista per il dicembre di quest’anno e viene deliberato che «la Regione subentra nella gestione amministrativa del progetto Sirenetta a decorrere dal primo gennaio 2010». Come a dire: a volte ritornano.