Iniziati gli interrogatori Il gip scagiona Nappi «Non vi è la prova dell’attività corruttiva»

Impianti truffa, caccia alla maxi-tangente

L’affare delle centrali, il gip: in ballo una «somma ingente». Un manager: tanti hanno dato contributi all’assessorato
30 aprile 2009 - Gianni Molinari
Fonte: Il Mattino

I fari dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sulle attività della Biopower (dall’avviso di proroga delle indagini preliminari recapitato nei giorni scorsi all’assessore Cozzolino, al capo della segreteria di Bassolino Nappi e al sindaco di Pignataro Maggiore, Magliocca si evince che la data di conclusione è stata posticipata al 25 settembre 2009) restano puntati sui palazzi della Regione. Anzitutto vi è il capitolo delle tangenti. A Fulvio Scia che si preoccupa della tracciabilità delle «contribuzioni» versate da Giampiero Tombolillo, amministratore della Biopower, a Eugenio di Santo, che nello staff di Cozzolino si occupava delle questioni energetiche, l’imprenditore romano di rimando replica dicendosi «tranquillo perché come lui tanti altri hanno dato contributi all’assessorato». C’è poi una tangente «appesa» che il gip consiglia di rintracciare nel prosieguo delle indagini. Riguardo ai vari episodi di provviste di denaro (centomila euro prelevati a San Marino per il Genio Civile di Caserta, il bonifico di 60 mila euro per Di Santo e un successivo l’ordine bonifico da 80 mila euro per «Del Santo» gli inquirenti ritengono però che si tratti di Di Santo) vi è un «ingente somma di denaro» non identificata. Nell’ordinanza il gip scrive: «Bracciali conferisce una ingente somma di denaro ad un soggetto con il quale, esattamente come avvenuto con Pasquariello e Testa, non ha avuto rapporti diretti». Chi è il soggetto e quanto è consistente questa ingente somma di denaro è probabilmente nelle indagini che la Guardia di Finanza di Caserta sta conducendo in queste ore. Certo è che i finanziarieri appena hanno cominciato ad acquisire documentazione gli uffici della Regione sono stati costantemente «seguiti»: ogni loro arrivo era segnalato dai «ragazzi» (così chiama i suoi interlocutori nei palazzi della Regione, Tombolillo). Ieri i primi a rispondere al gip negli interrogatori di garanzia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono stati l’imprenditore casertano Giovanni Verazzo e i due funzionari del Genio Civile di Caserta Michele Testa e Mario Pasquariello. Tutti hanno negato al gip Paola Cervo, presente il pm Maurizio Giordano, gli addebiti loro contestati. In particolare Verazzo ha fatto rilevare che l’investimento è stato realizzato con mezzi propri e che la scelta di rinunciare al contributo del Por (6,7 milioni di euro) per accedere, invece, ai «certificati verdi» (una forma di incentivazione dell’energia da fonti rinnovabili) che per la procura dimostrerebbe il raggiro, era invece una scelta di tipo imprenditoriale più vantaggiosa. I due funzionari del Genio Civile hanno invece spiegato i loro ruoli negli uffici e come la presunta alterazione del fascicolo sulla struttura dell’impianto (cioè la differenza tra la copertina e il contenuto del fascicolo) non sia attribuibile a loro responsabilità né che nell’ordinanza ci siano riferimenti diretti sulla presunta tangente da centomila euro. Oggi toccherà ai funzionari e consulenti della Regione Fulvio Scia, Eugenio Di Santo e Vincenzo Guerriero e al direttore dei lavori della centrale Giuseppe Esposito. Sabato a Bracciali e Tombolillo, i personaggi chiave dell’inchiesta. Mercoledi 6 maggio dal gip andranno all’ex assessore provinciale di Caserta, Franco Capobianco e all’ex dipendente della Biopower Irma Di Vincenzo, (entrambi ai domiciliari) che attraverso i suoi legali ha fatto sapere di avere svolto solo il ruolo di addetta alla pubbliche relazioni acquisendo informazioni liberamente disponibili. Infine, la posizione di Gianfranco Nappi. Il gip nell’ordinanza scrive che «non vi è prova, allo stato, che vi sia stata un’attività corruttiva nei confronti di tale funzionario».

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