Differenziata flop, l’Asìa: servono più fondi
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi chiede un’accellerata sulla differenziata e il sindaco Iervolino rilancia: «Siamo al 19 per cento - dice - e dobbiamo arrivare a 25 per cento entro la fine dell’anno, la speranza è che magari si arrivi un punto più sù». In realtà la legge prevede il commissariamento per quei comuni che non realizzino la media annuale del 25 per cento, obiettivo difficile da raggiungere. Ma non è escluso che, in presenza di risultati positivi, si possa decidere di interpretare la norma in maniera elastica. Anche perché, sottolinea l’azienda dei rifiuti, le norme per contabilizzare la raccolta differenziata sono più severe da quelle utilizzate nel resto d’Italia. L’Asia ribadisce che i passi in avanti compiuti finora sono rilevanti, anzi l’amministratore delegato della partecipata, Daniele Fortini, li definisce «giganteschi». Il manager parte da una constatazione: «Bisogna dare atto ai cittadini napoletani degli sforzi compiuti. Infatti i quantitativi raccolti nell’ultimo anno sono quasi raddoppiati». E questo, sottolinea Fortini, senza che Comune e azienda abbiano avuto la possibilità di investire nemmeno un euro. «Il Comune di Napoli - spiega - non ha avuto una lira né dallo Stato, né dalla Regione. Solo la Provincia ci ha dato diecimila euro. E la tarsu pagata dai cittadini copre solo il 65 per cento del servizio». A luglio dello scorso anno, invece, l’amministrazione ha presentato alla Regione un piano da 36 milioni di euro da investire in attrezzature e corsi di formazione, ma, per il momento, i soldi non sono arrivati. «Sono d’accordo con Berlusconi quando dice che bisogna imparare a comunicare - dice Fortini - A Napoli, però, nel corso del 2008 a sostegno delle campagne di comunicazione sono stati spesi 6 centesimi per abitante mentre, tanto per fare un esempio, a Bologna è stato investito un euro e mezzo pro capite». È anche per questo che, secondo il manager, le campane della differenziata sono mezze vuote o, peggio, riempite in maniera sbagliata. «I napoletani - commenta il manager - non sono maleducati, ma poco informati». L’Asia, del resto, è costretta a spendere gran parte dei propri fondi per i trasporti e per il personale. I rifiuti raccolti a Napoli, infatti, devono essere portati alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte a 130 chilometri di distanza: «Abbiamo speso dieci milioni di euro per fittare i mezzi necessari ai trasporti - sostiene Fortini - Se avessimo potuto scaricare nei Cdr li avremmo risparmiati». L’altro buco nero è quello del personale: in questi giorni i dipendenti chiedono una cifra una tantum per il maggio dei monumenti, ma l’azienda si è detta disponibile a pagare «solo» gli straordinari perché, sostiene, «un lavoro non può essere pagato tre volte». E restano aperti anche i problemi relativi agli impianti. A partire dalle isole ecologiche che dovrebbero essere dieci e che sono solo due: la seconda, quella di via Gatti ai Colli Aminei, è finalmente entrata in funzione qualche settimana fa. Secondo l’Asia entro fine dell’anno ce ne saranno cinque. Intanto il progetto è lievitato arrivando a prevederne venti. Per rendere conveniente la differenziata, però, bisogna avere degli impianti di compostaggio: per il momento la frazione umida viene portata fuori regione a costi astronomici. Il Comune di Napoli ha previsto un impianto nella struttura dell’ex Icm: la bonifica è stata completata e da qualche giorni i risultati dei carotaggi sono all’esame del ministero. Il cantiere dovrebbe aprire a giugno.