Fanghi tossici al Granatello funzionari pubblici indagati

Portici, in un anno smaltite 8 milioni di tonnellate di materiali
Profitti da record, sequestrata azienda di Casal di Principe
28 aprile 2009 - Rosa Palomba
Fonte: Il Mattino

Danaro pubblico e soldi sporchi sull’asse Portici-Casal di Principe. Una montagna di rifiuti speciali ma finiti in normali discariche, sei indagati e un’azienda sequestrata. «Traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata e falsità ideologica»: si è chiusa così ieri la prima fase di Dred, l’inchiesta giudiziaria sul controllo del dragaggio al porto del Granatello. Tra gli indagati, il titolare e l’amministratore di una ditta casertana, un funzionario del comune di Portici e uno della Provincia di Caserta, e i componenti del consorzio d’impresa che ha partecipato all’appalto per la riqualificazione del molo borbonico. Un milione di euro in poco più di un anno. Questo l’ammontare dell’eco-business scoperto dai carabinieri del comando Tutela ambiente, coordinati dalla Procura di Napoli. Nel mirino otto tonnellate di fanghi «commercializzate» tra il 2007 e il 2008 e smaltite illecitamente. Secondo gli investigatori, infatti, il materiale non è stato sversato in impianti di recupero ma è finito in discarica, con un consistente risparmio sui costi per la ditta incaricata dello smaltimento, che avrebbe così violato un’importante voce del capitolato d’appalto. A finire nei guai, oltre ai due funzionari pubblici, gli amministratori di società facenti parte di un’associazione temporanea di imprese vincitrici dell’appalto per il dragaggio del Granatello. Nei loro confronti i magistrati della sezione Ecologia della Procura di Napoli - con il pubblico ministero Maurizio De Marco e il coordinamento dell’aggiunto Aldo De Chiara - hanno chiesto e ottenuto l’interdizione per due mesi da incarichi direttivi nelle società. I carabinieri hanno anche perquisito e posto sotto sequestro l’azienda di Casal di Principe, che materialmente aveva eseguito i lavori a Portici. L’operazione Dred, è partita a giugno dello scorso anno con una serie di accertamenti sui lavori di dragaggio in corso nel porto borbonico della città vesuviana. I carabinieri acquisirono e passarono al setaccio tutta la documentazione relativa alla gara d’appalto bandita nel Comune di Portici, con l’obiettivo di accertare la regolarità della gara stessa e la correttezza delle procedure per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nel corso dei lavori che interessavano tutto il bacino del porto borbonico. Gli investigatori, diretti dal maggiore Caturano e dal capitano Sirignano, procedono inizialmente al sequestro dell’area ex-Montecatini, a ridosso delle banchine del Granatello, dove si sospettava venissero smaltiti illecitamente i fanghi provenienti dal dragaggio, indicati come rifiuti speciali ma non pericolosi. Emerge così un inquietante scenario legato al business dei rifiuti. Nello specifico i militari accertano che i lavori venivano appaltati a un’associazione temporanea di imprese una delle quali, priva delle autorizzazioni o, comunque, con documentazione falsa, compiva attività illecita di stoccaggio dei fanghi derivanti dal dragaggio. Inoltre parte di questi rifiuti venivano commercializzati come materiale inerte invece di conferirlo, come la legge impone, in discariche autorizzate. Un affare che tra febbraio 2007 e giugno 2008 avrebbe garantito un milione di guadagni extra e rigorosamente al nero. «Abbiamo già deciso di costituirci parte civile nel procedimento che seguirà all’inchiesta - ha detto ieri il sindaco di Portici Enzo Cuomo - questa amministrazione ritiene infatti di essere stata truffata per due motivi: in seguito all’indagine, i lavori al Granatello sono andati a rilento; la ditta di Casal di Principe ci ha consegnato una documentazione falsa che noi stessi avevamo segnalato ai carabinieri». Avvisi di garanzia e sequestri, e non è finita. Il lavoro dei carabinieri continua per verificare se il sottosuolo dell’ex Montecatini contiene veleni. Secondo i militari, infatti, sotto i fanghi depositati in attesa di essere smaltiti al «momento giusto», sarebbero accatastate tonnellate di rifiuti che andranno analizzate.

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