A Cava l’assemblea indetta da Anci e Lega Autonomie chiede interventi urgenti per evitare nuove paralisi

«L’Europa blocca i fondi, differenziata a rischio»

Sindaci e amministratori lanciano l’allarme: 300 milioni fermi per una procedura sanzionatoria
28 aprile 2009 - Alfono Schiavino
Fonte: Il Mattino Salerno

Cava de’ Tirreni. «I Comuni sono allo stremo». Nando Morra, segretario regionale di Lega Autonomie, spiega senza giri di parole la convocazione di sindaci e amministratori a Cava de’ Tirreni. Iniziativa organizzata congiuntamente con l’Anci (Associazione dei Comuni). Assemblea per parlare dei soldi, che scarseggiano. «Mancano le risorse - dice Morra - per i motivi che tutti conosciamo, a partire dalla vicenda dell’Ici (la cancellazione della tassa sulla prima casa, ndr) ma non solo». Una brutta grana, proprio ora che gli enti locali, scottati dall’ultima emergenza rifiuti, hanno finalmente inaugurato un percorso virtuoso, che richiede risorse: molte e fresche. Siamo al dunque, o meglio, al grido di allarme. Dal punto di vista municipale, i problemi sul tappeto sono due. Il primo: l’Unione europea, avviando una procedura sanzionatoria contro la Campania, ha bloccato i fondi Por 2000-06 e 2007-13 destinati a finanziare attrezzature, impianti e iniziative del ciclo rifiuti: si tratta di circa 300 milioni. Un guaio paradossale, soprattutto perché finalmente tante amministrazioni locali hanno avviato la raccolta differenziata. «I Comuni - si legge nel documento stilato da Anci e Legautonomie - già paralizzati dai meccanismi del patto di stabilità e colpiti da manovre di taglio ai trasferimenti di risorse statali non possono sostenere gli investimenti con fondi propri di bilancio». Ed ecco il secondo problema, collegato: i costi integrali del ciclo rifiuti devono essere coperti integralmente con il prelievo fiscale a carico dei cittadini. La legge nazionale lo impone alla Campania. «Ciò - prosegue il documento - determinerebbe un aumento della Tarsu (la tassa sui rifiuti, ndr) o della Tia (la tariffa, ndr) a livelli impensabili, soprattutto in tempi di crisi». «Così - argomenta il sindaco cavese Luigi Gravagnuolo introducendo i lavori - il sistema di raccolta differenziata rischia una crisi di rigetto. Una volta i cittadini buttavano una sola busta di immondiziia ogni giorno. Ora devono tenere in casa quattro sacchetti e consegnarli secondo un calendario preciso. Però basta un cinque per cento di indisciplinati per fare apparire sporca la città. Così la gente affronta maggiori fastidi, paga di più e magari vede le strade meno pulite. Servono risorse vere per comprare mezzi e pagare personale addetto alla raccolta e al controllo». Gravagnuolo, inoltre, propone una deroga per la copertura integrale dei costi, con un sistema di incentivazione una tantum per i Comuni che differenziano in misura apprezzabile. «Un sistema di premialità per obiettivi - conferma Franco Picarone, assessore al Bilancio nel Comune di Salerno - e un adeguamento graduale della copertura integrale. Del resto su questi aspetti c’è una visione bipartisan, perché non possiamo mettere i Comuni in condizioni di non gestire il ciclo dei rifiuti. Non possiamo ritrovarci coi rifiuti per le strade». Giovanni Romano, vicesindaco di Mercato San Severino, annota che i 300 milioni suddetti servivano anche per gli impianti di compostaggio, cioè per il trattamento della frazione umida, che oggi segna profondamente i bilanci municipali: «Paghiamo 220 euro a tonnellata per smaltire il materiale in Sicilia e i gestori ci chiedono analisi continue per la verifica delle impurità. Una parte di quei fondi europei i Comuni li hanno già impegnati per gli impianti e per la raccolta differenziata». Insomma, ce n’è abbastanza per appellarsi a Regione, governo nazionale e Commissione europea. «È stata dura - osserva Michele Buonomo, presidente regionale di Legambiente - dimostrare che non siamo antropologicamente incapaci di fare la raccolta differenziata. Salerno è diventata una sorta di esempio nel Mezzogiorno e non solo. In Campania non possiamo fare passi indietro. Ai Comuni dev’essere assicurato tutto il sostegno necessario».

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