Per la Marina statunitense le falde sono contaminate: «Rischi non accettabili» La replica: solo allarmismi

Acqua sporca, guerra di cifre Us Navy-Asl

Il dossier americano sarà inviato a Protezione civile e Regione. I dirigenti sanitari napoletani: potabilità ottima
26 aprile 2009 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Parametri e metodiche diverse, valutazioni opposte. Anche diametralmente, in certi casi. «Acqua che presenta rischi non accettabili», scrivono i biologi del Centro di salute della Us Navy che hanno appena ultimato uno screening su una vasta area compresa tra Castelvolturno, Caserta e Napoli. Dati contestati, però, da Asl e Arpac, che ribadiscono come ci sia un eccessivo allarmismo da parte dei militari Usa: «Le nostre analisi dicono esattamente il contrario. La nostra acqua ha standard altissimi, diverso è il caso di alcune abitazioni che non sono allacciate all’acquedotto ma si riforniscono da pozzi». Eppure secondo le analisi della Us Navy non è così. Anzi. Tetracloroetilene, coliformi fecali, coliformi totali (inclusi coliformi fecali ed escherichia coli) e nitrati di molto superiori alla norma a Casal di Principe e San Cipriano, nel Casertano, tanto da ordinare il trasloco per 17 famiglie di militari americani. Ma percentuali preoccupanti sono state riscontrate anche in alcune abitazioni di Pozzuoli, Casoria e nell’area compresa tra Calvizzano, Mugnano e Caserta. Così la Marina Usa è corso ai ripari e ha ordinato, da oggi in poi, clausole più stringenti per gli italiani che fittano appartamenti ai militari. Non solo un rifornimento di acqua in bottiglia ma sarà necessario fornire prove documentali dell’allaccio all’acquedotto pubblico. Ma dallo studio (che sarà pubblico a giorni e verrà inviato alla Protezione civile e agli assessorati di Sanità e Ambiente) risultano problemi anche per il sito di Capodichino e per il Consolato Usa di via Caracciolo: «Riscontrate percentuali di contaminazione dei suoli oltre la norma». «Per la città di Napoli non c’è alcun pericolo. Per il semplice fatto che effettuiamo più controlli di quelli che ci competono» spiega Giuseppina Amispergh, direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Napoli 1 e referente del sindaco Iervolino in materia di sanità, che invita, a cominciare dagli americani, ad evitare «inutili e pericolosi allarmismi». «Con Arin e Arpac - spiega - effettuiamo analisi quotidiane in tutti gli ingressi e settimanali in diversi punti delle rete idrica: è sempre ottimo il giudizio di potabilità». Eppure gli Usa presentano dati completamente diversi. «Gli americani, già in passato, non ci hanno mai voluto fornire indirizzi e punti di prelievo precisi. Siamo stati al Consolato Usa dove effettuammo alcuni prelievi. E anche lì, i nostri dati erano favorevoli mentre le loro analisi dicevano il contrario». Allarmismo? «Sicuramente non è un problema di Napoli città ma riferibile a zone del Casertano. E da tempo, a questi signori ho fatto presente che devono prendere in fitto solo case con certificato di agibilità perché in questo modo l’acqua proviene sicuramente da acquedotti pubblici dove i controlli sono serrati. E, comunque, se hanno uno studio che dice il contrario hanno il dovere di mandarlo al ministero della Sanità. Una contaminazione dei suoli a Capodichino o presso il loro Consolato, infine, non mi risulta».

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