Differenziata in calo, rischio commissario
In una situazione normale il dato non farebbe scattare alcun allarme; trattandosi di Napoli e di statistiche sulla raccolta differenziata dei rifiuti i numeri in negativo accendono più di una spia rossa. A marzo, secondo le rilevazioni dell’Asìa, la raccolta differenziata è scesa di un decimale rispetto al mese precedente: si è passati cioè dal 19% al 18,9%. Un dato minimo che, però, va letto come una sostanziale battuta a vuoto rispetto alla rincorsa del 25%, la quota fissata dalle norme e che, come ricordato più volte dal sottosegretario Guido Bertolaso, è la percentuale necessaria per evitare il commissariamento. «Un decreto legge, da poco entrato in vigore, prevede lo scioglimento dei Comuni che non fanno la raccolta differenziata: sono 190 quelli che hanno già ricevuto un “cartellino giallo” per mettersi in regola. Hanno pochi mesi di tempo, non guardiamo in faccia a nessuno». La linea dura di Bertolaso ribadita nelle sue parole scandite subito dopo l’apertura del termovalorizzatore di Acerra. Il Comune di Napoli ha quindi circa otto mesi per recuperare sei punti percentuali, una corsa contro il tempo che sembrava aver registrato un sostanzioso balzo in avanti a febbraio (circa due punti in più rispetto a gennaio) ma che adesso non solo non avanza ma registra un piccolo arretramento. E proprio sui dati c’è anche un giallo, il 14 aprile sul sito dell’Asìa sono stati pubblicati numeri che attestavano la differenziata a quota 18,5%, il giorno successivo c’è stata una ricalibrazione dei calcoli con il recupero di quattro punti decimali. Si parte perciò dal 18,9% per agganciare quota 25%, uno sforzo importante tenuto conto che la partecipata comunale guidata da Pasquale Losa è stata già capace di recuperare numeri importanti. Nove anni fa la differenziata cittadina era a quote praticamente inesistenti (1,3%) e in un solo anno si è passati dal 14,5% ai dati di oggi. A dare un elemento di ottimismo è il dato relativo alla produzione di rifiuti. Negli anni scorsi le tonnellate di rifiuti la città produceva ogni 365 giorni si aggirava sulle 560mila tonnellate, il 25% sarebbe stato quindi intorno a quota 140mila. Nei primi tre mesi del 2009 l’Asìa è stata in grado di raccogliere oltre 25mila tonnellate di rifiuti differenziati, una media di 8300 tonnellate che farebbe arrivare il totale annuo a quota centomila. Ma è calata in maniera marcata anche la produzione di rifiuti in città (poco più di 45mila ogni trenta giorni). In pratica 540mila all’anno e una quota di differenziata da raggiungere che scenderebbe a 130mila tonnellate. La rimonta, però, è tutta da realizzare e si gioca su elementi ancora in divenire, primo tra tutti la realizzazione di elementi strutturali in grado di garantire una base certa di immondizia selezionata. Un impulso decisivo potrebbe arrivare dalle isole ecologiche, l’Asìa conta di averne almeno cinque attive per giugno, partendo dalle zone periferiche dove l’individuazione delle aree può essere più facile. Analizzando i dati di marzo è evidente che ci sono materiali in leggero ma significativo arretramento rispetto al mese precedente. Scende la raccolta della carta che perde quasi mezzo punto rispetto a gennaio, scende il vetro (-0,5%), calano anche i rifiuti ingombranti. Passi in avanti invece si registrano per il cartone, i rifiuti organici e gli inerti, cioè gli scarti e le rimanenze di materiali da costruzione o materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi. Nella media annua al top restano ingombranti e organici, Napoli al momento non raccoglie però accumulatori, oli usati, metalli e materiali plastici che non vanno inseriti nelle campane ordinarie. Dettagli, ma il traguardo si raggiunge anche lavorando sull’ordinario. Lunedì è scattata, quindi, la pulizia straordinaria delle strade della seconda municipalità, intervento che è durato per quattro giorni.