Solofrana: acque inquinate, nuovo allarme
Valle Irno. Metalli pesanti, agenti inquinanti, sostanze tossiche superiori di 200 volte rispetto ai limiti stabiliti dalla legge. Il torrente Solofrana più che un corso d'acqua, è una bomba a cielo aperto. Sono allarmanti i dati che vengono fuori dal dossier sul corso d'acqua fatto realizzare dal Parco dei Picentini. Nelle acque è stata riscontrata una massiccia presenza di cromo, rame, alluminio, ferro, manganesio: tutte elementi chimici riconducibili sia all'attività delle industrie conciarie della zona che agli scarichi fognari abusivi di civili abitazioni. Un inquinamento che coinvolge i tratti principali del torrente: dal centro di Solofra alla zona industriale fino al montorese. Valori superiori più del doppio rispetto ai limiti che segnano lo status d'allarme. L'attività di controllo è andata avanti per due anni ed è stata condotta dagli esperti incaricati dal Parco direttamente sul posto. Indagini chimiche, fisiche e geologiche sono state condotte lungo tutto il corso: dai monti di Solofra fino al confine con la provincia di Salerno, nella zona di Mercato San Severino. Ma i controlli e gli studi andranno avanti anche nelle prossime settimane. Fino ad ora sono stati spesi 200mila euro per questo monitoraggio che a breve sarà esteso anche al Calore ed al Sele. I risultati del dossier finiranno per alimentare le polemiche: nei giorni scorsi i cittadini di Montoro Superiore avevano denunciato la comparsa nel torrente Solofrana di schiuma rossastra in concomitanza con le piogge. Un mese fa, su richiesta delle associazioni del montorese, l'Arpac aveva prelevato campioni di acqua dal Solofrana nella zona a ridosso dello svincolo di Montoro Inferiore. Dagli esami era emersa una presenza di cromo 100 volte superiore alla norma. «Il torrente va risanato - ha spiegato il presidente del Parco dei Picentini Sabino Aquino - accanto al monitoraggio continuo vanno stanati gli scarichi abusivi e fermati i prelievi attraverso i pozzi. Ancora: basta con la cementificazione intorno al letto del torrente i cui argini andrebbero rinaturalizzati e ripuliti almeno ogni 15 giorni». I risultati del monitoraggio saranno illustrati oggi pomeriggio nel corso di un convegno pubblico a Montoro Superiore.