Fanghi pericolosi sversati al Granatello Indagati 2 funzionari e una ditta casalese
CASERTA - Sono sei le persone indagate per traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata e falsità ideologica al termine dell'operazione di polizia giudiziaria del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Napoli, denominata Dred. Sono indagati ed interdetti alla carica pubblica amministratori di una società presente in un'associazione temporanea d'imprese risultate vincitrici di una gara d'appalto per i lavori di dragaggio del porto del Granatello, a Portici, e il sequestro di un'azienda di Casal di Principe, materialmente esecutrice dei lavori. Le indagini sono coordinate dalla sezione Ambiente della Procura della Repubblica di Napoli, guidata dal procuratore aggiunto De Chiara e dal sostituto procuratore Demarco. Gli investigatori si sono concentrati sulla regolarità delle gare d'appalto e sulla correttezza delle procedure di smaltimento dei rifiuti prodotti a seguito delle opere compiute.
I lavori erano stati appaltati ad un'Ati: una delle imprese, priva delle autorizzazioni o palesemente falsificate, ha stoccato - secondo l'accusa - i fanghi di dragaggio provenienti dai lavori effettuati, selezionato quelli non più riutilizzabili e rivendendoli successivamente come materiale inerte, invece di conferirlo in discariche autorizzate. È stata accertata la truffa ai danni di un ente pubblico, in particolare il Comune di Portici, per aver presentato la documentazione attestante la sussistenza delle prescritte autorizzazioni all'esercizio del trattamento dei rifiuti, percependo pagamenti per un valore complessivo di un milione di euro, relativamente a lavori mai effettuati. Contestato anche il falso ideologico per l'alterazione della documentazione, in concorso con un pubblico funzionario della Provincia di Caserta che ha consentito «lecitamente» all'azienda inquisita il trattamento del rifiuto specifico e di partecipare «regolarmente» alla gara d'appalto.
La quantità complessiva di rifiuti speciali pericolosi illecitamente trattata è stata quantificata in circa 8.000 tonnellate circa, relativamente all'arco compreso tra il febbraio 2007 e il giugno 2008 con un profitto di almeno 1 milione di euro. L'ufficio gip del Tribunale di Napoli, su proposta della Procura, ha emesso una misura cautelare con il sequestro preventivo dell'intera area aziendale dell'impresa con sede nel Casertano e la sospensione dall'esercizio dell'attività di amministratori, per due mesi, per il titolare dell'azienda e dell'amministratore delegato. Nell'indagine risultano indagate ulteriori quattro persone, tra le quali un dirigente del Comune di Portici e uno dell'ufficio Ecologia della Provincia di Caserta.
La denuncia è partita dalla stessa amministrazione porticese. «Attraverso gli uffici tecnici, il Comune ha sporto denuncia dopo aver riscontrato alcune anomalie nelle certificazioni e documentazioni relative allo smaltimento dei fanghi dragati nel porto del Granatello, e a segnalare il tutto alle forze dell'ordine, in particolare ai carabinieri e alla Guardia di Finanza» è riportato in una nota diffusa dal Comune di Portici. «Auspichiamo che la magistratura accerti rapidamente tutte le responsabilità in capo a soggetti che hanno truffato l'ente, arrecando un danno all'amministrazione comunale e alla comunità tutta». L'amministrazione porticese si costituirà parte civile nei confronti dei responsabili della truffa.