La rivincita di Impregilo Beni verso il dissequestro

Il pg della Cassazione accoglie la tesi del Riesame
17 aprile 2009 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

La Procura della Cassazione ha chiesto la conferma dell’ordinanza con la quale il Tribunale del Riesame di Napoli, nei mesi scorsi, ha ordinato il dissequestro di 750 milioni di euro del gruppo Impregilo disposto nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania. È il caso giudiziario più importante - almeno in termini economici - dell’inchiesta alla gestione commissariale in Campania. Tanto, che appena un mese fa, lo stesso premier Silvio Berlusconi aveva difeso l’operato degli «eroi» di Impregilo contro gli «ostacoli giudiziari» creati in questi anni. La richiesta del pg della Cassazione ha alimentato soddisfazione e speranze in seno al difensore di Impregilo, Alfonso Maria Stile. In particolare, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Febbraro, ha chiesto ai supremi giudici della seconda Sezione penale di piazza Cavour di dichiarare «inammissibile» il ricorso presentato dai Pm di Napoli, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, contro l’ordinanza emessa lo scorso 24 luglio dal Tribunale del Riesame di Napoli, che aveva annullato il decreto di sequestro dell’ingente somma emesso dal gip il 26 giugno 2008. Secondo il Pg deve essere confermato il dissequestro dell’intera somma. Ma ecco i motivi su cui, lo scorso agosto, il Riesame ha firmato il dissequestro dei beni della Impregilo. Punto primo: non ci sarebbe stata una chiara distinzione tra attività lecite e illecite. Punto secondo: «Non è possibile distinguere quali vantaggi economici provengono dal reato e quali da regolare svolgimento del rapporto di lavoro». Quanto basta a mettere in discussione un impianto accusatorio costruito in quattro anni d’inchiesta e a far vacillare la posizione della Procura nel processo parallelo: quello con 28 imputati, tra cui ex vertici Impregilo e del Commissariato, come il governatore Antonio Bassolino. Dopo il dispositivo del Riesame di Napoli - giudici Pierluigi Di Stefano, Monica Cacace e Michele Ciambellini - il ricorso dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. L’ultima decisione del Riesame era arrivata dopo l’intervento delle sezioni unite della Cassazione, che aveva accolto le conclusioni dei difensori Impregilo, i penalisti Alfonso Maria Stile e Paolo Siniscalchi. Immediate le conseguenze sul versante azionario. Lo scontro, dunque, è sui concetti di «profitto» e di «prestazione» svolti in Campania dalla Impregilo. Tutte le prestazioni effettuate e tutti i profitti ricavati sono frutto di un «programma criminale» come dicono i pm napoletani? O bisogna distinguere tra attività lecite e illecite? Severe anche le critiche espresse dai due pm - coordinati dall’aggiunto Aldo De Chiara - nel ricorso per Cassazione. Secondo i magistrati, ci sarebbe stato un vizio di fondo nel provvedimento del Riesame, vale a dire la mancata lettura degli atti presentati dalla stessa Procura. Ieri, poi la richiesta del Pg della Cassazione, con una decisione che si fa attendere fino a notte fonda.

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