Rapporto Oms+Cnr - Campania, nelle zone di smaltimento illegale dei rifiuti tumori e malformazioni in aumento
C'è “un'anomalia nello stato di salute della popolazione residente dei comuni dell'area Nord -Est della provincia di Napoli e Sud-ovest della provincia di Caserta". Che poi sono le zone a maggiore concentrazione di smaltimento illegale di rifiuti. Che si traduce in un aumento di mortalità e di malformazioni congenite, soprattutto al sistema nervoso e urogenitale. Parole pesanti, contenute nel rapporto - commissionato dalla protezione civile a una serie di organismi, tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Istituto superiore di sanità e il Cnr - sulla correlazione tra rischio ambientale da rifiuti, mortalità e malformazioni congenite in Campania presentato il 12 aprile scorso a Napoli. Un rapporto che "conferma l'ipotesi che eccessi di mortalità e di malformazioni tendano a concentrarsi nelle zone dove è più intensa la presenza di siti conosciuti di smaltimento dei rifiuti".
Parole che si possono tradurre in numeri e cifre impressionanti: dividendo i 196 comuni esaminati nelle province di Caserta e Napoli in cinque categorie, da quelle a maggiore rischio a quelle a minore rischio, si registrano aumenti pesanti di mortalità e di incidenza delle malformazioni. Per cui, salendo di classe di comuni aumenta mediamente del 2% il rischio di mortalità per entrambi i sessi. In particolare, dalla prima alla quinta classe di comuni, c'è un aumento del tasso di mortalità del 9% per gli uomini e del 12% per le donne. Un trend di "rischio crescente" è stato osservato anche per tutti i tumori (1% per entrambi i sessi) e per il tumore polmonare (2%) e gastrico (addirittura il 5%) per gli uomini. Sono spaventosi i dati che si riferiscono alle malformazioni congenite. "Il rischio - precisa il rapporto - di occorrenza delle malformazioni congenite, considerate nel loro insieme non aumenta al crescere del valore ambientale. Alcune associazioni - osservano gli studiosi - sono tuttavia state osservate per due specifici sottogruppi": per il sistema nervoso e l'apparato urogenitale. Nel primo caso "il rischio cresce mediamente dell'8% da una categoria a minore pressione ambientale alla successiva, con un trend statisticamente significativo".
Tanto che, confrontando i comuni della prima con l'ultima classe "si osserva un eccesso di rischio dell'84%". Il trend è invece addirittura del 14% al crescere dell'indicatore ambientale "determinato in particolare da rischi elevati nei comuni del quarto e del quinto gruppo, rispettivamente del 54 e dell'83%, rispetto al gruppo di riferimento". A questo proposito, "nell'interpretazione dei risultati ottenuti" gli stessi autori dallo studio precisano che "occorre tenere in debita considerazione la non omogenea capacità di rilevamento – chiariscono - da parte del registro campano dei difetti congeniti, elemento che può influire negativamente sulla validità della distribuzione geografica del rischio, ma anche - precisano - generale sottostime dello stesso rischio".
Dal rapporto, che passa in rassegna tutti i comuni, emerge che sono otto le realtà a maggiore rischio, quelle di prima fascia: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castel Volturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villa Literno. Un gruppo di un centinaio di comuni è a rischio minimo, i restanti comuni (sui 196 complessivi) vengono divisi in tre gruppi con rischi intermedi.
Dopo avere passato in rassegna la situazione ambientale e sanitaria (che fa riferimento ai dati 1994-2001 per la mortalità e al 1996-2002 per le malformazioni congenite) e avere ripercorso i precedenti studi effettuati sul territorio, Oms, Iss, Cnr e gli altri istituti avanzano una serie di indicazioni utili a gestire la situazione in Campania. "Le limitazioni dello studio - così nelle considerazioni finali - dovute alla bassa risoluzione dei dati sanitari e alla natura incompleta dei dati ambientali (in particolare, la conoscenza solo parziale delle pratiche di smaltimento illegali), producono verosimilmente una sottostima del rischio". E’ dunque importante "approfondire le conoscenze riguardo al fenomeno, che assume in Campania aspetti del tutto particolari".