L’imprenditore: dimostra di non essere all’altezza del ruolo
«Mi auguro che il sottosegretario Bertolaso sia stato frainteso. E che provveda presto a esporre il suo autentico pensiero, altrimenti devo ritenere non solo che abbia commesso una caduta di stile ma ha rivelato la sua inadeguatezza al ruolo che ricopre».
Nicola De Vizia, presidente dell’omonina impresa che opera nel campo dei sistemi di gestione del ciclo dei rifiuti è infuriato.
Gli apprezzamenti sulla qualità della sua azienda, pubblicamente espressi in un convegno a Rovereto, non possono lasciarlo indifferente. Presidente De Vizia, dare dell’«inadeguato» all’uomo che governa le emergenze ambientali è un po’ troppo...
«Non trovo aggettivo migliore di fronte a chi parla della nostra come di ”una ditta di Avellino che non ha mai visto un inceneritore”. Vuole che le illustri il nostro curriculum...».
Lo faccia, almeno nelle parti più significative.
«Quarant’anni di storia, siamo azienda leader. Il sistema di raccolta differenziata in Sardegna e nel Veneto è nostra creatura di eccellenza riconosciute. Abbiamo vinto le gare d’appalto dei termovalorizzatori a Brindisi, nel 2005, in associazione con la Falk; due anni fa ci siamo aggiudicati l’appalto per l’impianto di Ottana in Sardegna, in cordata con Urbaser. Nel ’98 abbiamo raggiunto il punteggio massimo nella gara per l’appalto degli impianti in Campania, poi vinta dalla Impregilo. E potrei continuare... È credibile, allora, Bertolaso quando ci etichetta nel modo in cui lo ha fatto? Credo proprio di no. Ma vado oltre. Se proprio voleva colpirci - e ribadisco non so per quale ragione - non poteva certo ignorare, parlando del termovalorizzatore di Salerno, la presenza di un socio come la Cnim, un colosso che ha al suo attivo 160 termovalorizzatori realizzati in tutto il mondo».
Problemi pregressi di incomprensione, qualche tensione, potrebbero avere spinto Bertolaso a quella esternazione?
«L’unica circostanza che mi ricordo è un appuntamento richiestogli e sempre negato. La mia impresa voleva discutere con il commissariato le modalità per chiudere una vicenda legata alla gestione della discarica di Difesa Grande: vantiamo un credito di circa 35milioni».
Le basta come spiegazione?
«Certamente no. E, infatti, sarà il sottosegretario Bertolaso a doverci dare conto e ragione. La mia impresa è stata diffamata. I nostri legali stanno valutando gli estremi per una querela».
Presidente De Vizia, c’è una singolare coincidenza: il Comune di Salerno chiude la gara per l’appalto del termovalorizzatore, bocciando l’offerta presentata dalla cordata della quale fa parte la sua impresa, e il giorno dopo arriva l’esternazione di Bertolaso.
«Una coincidenza temporale. Non la seguo su scenari dietrologici. Preferisco valutare i fatti per quelli che sono. E i fatti in questione sono distinti e separati».
Allora, parliamo della gara d’appalto per il termovalorizzatore. Bocciatura netta.
«Un momento. Per quanto ci riguarda non abbiamo ancora ricevuto alcun atto ufficiale. C’è stata solo una dichiarazione del sindaco De Luca, riferita dai giornali, ed altrettante notizie di stampa non sempre precise». Proviamo a chiarirne qualcuna. «Innanzitutto una premessa...».
La faccia.
«La molla che ci ha spinto a concorrere per il termovalorizzatore, convincendo un socio importante come Cnim, è stato il carattere, le qualità amministrative del sindaco De Luca. È un decisionista, parla il nostro stesso linguaggio, quello dei fatti. Abbiamo ritenuto, per queste ragioni, il sindaco come la migliore garanzia per un nostro impegno su un’opera complessa ed importante».
Un decisionismo che si è ritorto contro la sua associazione di imprese.
«Credo che il no alla nostra offerta sia stato il frutto di confusione e fraintendimenti. Che possono essere chiariti e che desideriamo chiarire in un confronto diretto innanzitutto con il primo cittadino di Salerno».
Ma c’è una commissione che ha giudicato.
«E la nostra offerta ha superato ampiamente tutti i parametri di selezione previsti dal bando. Compresa la qualità architettonica della struttura per la quale abbiamo formalizzato massima disponibilità alle indicazioni del commissario. Non abbiamo escluso la presenza dell’ente pubblico, il Comune, nell’assetto gestionale dell’impianto e per quanto riguarda la corresponsione degli oneri concessori abbiamo proposto una diversa modalità che, sempre nel rispetto del bando, andava negoziata nella fase di formalizzazione delle norme all’atto di stipula della concessione».
Presidente, proviamo a semplificare. Uno dei punti contestati riguarderebbe la capacità dell’impianto. La sua cordata di imprese ne avrebbe proposto uno per volumi superiori di rifiuti da trattare e con il riferimento ad un mercato che andava al di là dell’ambito provinciale.
«Il bando chiedeva un progetto per un impianto capace di trattare 500mila tonnellate di rifiuti ma fissando un tetto garantito di 350mila tonnellate. Una incongruità in sè, insostenibile dal punto di vista della bancabilità, cioè dal sostegno all’investimento da parte delle banche...».
Vuol dire - per essere più chiari - che si voleva un investimento per un impianto che avrebbe dovuto in realtà produrre per molto meno delle sue capacità...
«La sintesi ha una sua efficacia. Noi abbiamo modulato un’offerta che prevedeva la piena utilizzazione dell’impianto attraverso l’acquisizione di rifiuti, oltre l’ambito provinciale, presso altri bacini territoriali o per altre tipologie (speciali, ecoballe). Questo avrebbe fatto salire gli oneri da versare al Comune dai 31milioni a 52milioni di euro. Naturalmente su questo punto si sarebbe dovuta aprire la negoziazione con il soggetto appaltante».
Detta così, il Comune avrebbe dato un calcio alla fortuna...
«Mi limito a dire che, sulla nostra offerta, ci sono ancora gli spazi e i tempi per riaprire il confronto».
Eppure dopo la bocciatura della commissione sembra difficile se non con un ricorso alla giustizia amministrativa.
«Vedremo, per ora desideriamo solo poter discutere con il sindaco De Luca». Le parole di Bertolaso però sono una pietra tombale. «Quella con Bertolaso è un’altra storia. De Luca è un sindaco pragmatico, parla la nostra stessa lingua».