Rifiuti, l’amarezza dei pm «Denigrati per le indagini»
La manifestazione svoltasi nei giorni scorsi ad Acerra in occasione dell’inaugurazione dell’inceneritore «purtroppo è stata l’occasione per esternare espressioni gravemente denigratorie della attività svolta dalla Procura della Repubblica di Napoli» rispetto ai procedimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti. È il passaggio cruciale del documento stilato dai pubblici ministeri napoletani che si sono riuniti in assemblea due giorni fa a Palazzo di Giustizia. Il testo fa parte del documento inoltrato al Consiglio superiore della magistratura e approvato a larga maggioranza mercoledì al termine della riunione convocata in seguito alle critiche mosse durante la manifestazione dal premier Berlusconi e dai vertici dell’Impregilo. I pm chiedono che il Csm si attivi per tutelare dagli attacchi i magistrati titolari delle indagini, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. «Le parole pronunziate, sia da rappresentanti delle istituzioni che da esponenti della impresa privata - è scritto nel documento - secondo il nostro parere trascendono l’ambito della serena e certamente legittima valutazione e critica degli atti giudiziari ed hanno assunto, al contrario, i toni della indiscriminata contestazione della attività inquirente, anzi della contestazione della sua stessa legittimità ad esercitare il controllo di legalità anche nel settore dell’intervento pubblico e privato nel campo dei rifiuti». Nel documento si sottolinea che «con parole e toni sostanzialmente analoghi, i rappresentanti della istituzioni e l’amministratore della azienda Impregilo hanno pubblicamente esaltato come “veri eroi” i dirigenti della azienda che ha realizzato l’impianto ed hanno poi sostenuto che gli «eroi» della azienda privata sono stati ostacolati nel proprio compito dalle iniziative della magistratura». «La Procura della Repubblica di Napoli e, più in generale, la autorità giudiziaria della nostra città - prosegue la lettera dei pm - sono state additate quali cause principali dei gravissimi problemi che hanno determinato l’insorgere della stato di emergenza, a Napoli e in Campania, nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti». I pm concludono sostenendo che la vicenda, «oltre a screditare e delegittimare un ufficio giudiziario in cui i sostituti sono quotidianamente impegnati nell’azione di contrasto a tutte le diffuse forme di criminalità ed illegalità presenti sul nostro territorio, determina anche una ingiusta esposizione personale dei colleghi Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, titolari delle indagini, i quali, solo per avere svolto con professionalità e rigore istituzionale il proprio dovere, sono pubblicamente additati quali autori di atti che avrebbero inciso negativamente su situazioni per le quali, in realtà, a nostro avviso, esistono responsabilità complesse e di varia natura: politiche, istituzionali, amministrative e, in alcuni casi, della stessa imprenditoria privata».