Il comune boccia il progetto del consorzio
Bocciato l’unico consorzio che aveva presentato un’offerta nella gara di costruzione del termovalorizzatore: la commissione tecnica comunale non ha avuto dubbi. Dal punto di vista ambientale il progetto presentato era ottimo, ma il gruppo Cnim-De Vizia Transfer-Cogeco voleva il pieno controllo della società, la possibilità di bruciare più rifiuti del preventivato e una minore qualità della stessa spazzatura da avviare al termovalorizzatore. Il primo problema che la commissione tecnica comunale si è trovata ad affrontare è la «scarsissima qualità architettonica» del progetto presentato, ma sul piano procedurale l’Ati formata da Cnim (forse la più grande società al mondo nella produzione di forni a griglie mobili), De Vizia Trasfer (che già opera nel settore dei rifiuti) e Cogeco (in cui è azionista di minoranza il presidente dei costruttori Antonio Lombardi) aveva dato la propria disponibilità a rivedere il progetto. «Nella verifica dell’offerta economica - spiega Alberto Di Lorenzo, membro della commissione - purtroppo sono venuti fuori dati non superabili». Secondo il Comune, in questi casi il bando di gara non è negoziabile, nel senso che rispetto alle richieste di base che sono fissate nel bando non è ammessa una offerta condizionata. Palazzo di Città chiedeva come compensazione ambientale una base d’asta di 31 milioni di euro da versare in due modalità: il 30% subito (soldi destinati a interventi a favore dei cittadini nell’area dove sorgerà il termovalorizzatore), il resto successivamente con il Comune che si riservava di trasformare la somma in partecipazione azionaria alla società, pari al 21-22% del capitale investito. «Invece - continua De Lorenzo - la società che gestirà il termovalorizzatore, secondo l’offerta, era interamente privata. Altro elemento non superabile la qualità del rifiuto da bruciare: secondo il Comune nell’impianto deve confluire tutto quello che non può essere differenziato, nel progetto del gruppo invece si chiedeva un rifiuto preselezionato a più alta produttività dal punto di vista energetico, e dunque meno differenziato. Ultimo punto: noi abbiamo stimato 350mila tonnellate annue di rifiuti da bruciare, nell’offerta ci si riservava di trattare autonomamente con altri soggetti per arrivare a bruciare 500mila tonnellate l’anno. Sono dati totalmente difformi». «Non si comprende quale è la reale motivazione che renderebbe non aggiudicabile la nostra offerta - scrive in un comunicato la società Cnim-De Vizia-Cogeco - Chiediamo un incontro con il sindaco e siamo da subito pronti a realizzare con fondi nostri l’impianto, fornendo le più ampie garanzie. La nostra offerta è conforme e aggiudicabile».