La protesta delle quaranta toghe slogan via mail: io non mi scuso

I sostituti: non sono state difese le inchieste in corso
1 aprile 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Matttino

Il dibattito corre sul filo della posta elettronica, un tam-tam che va avanti da settimane e che ha fatto registrare un’impennata nelle ultime ore. Le mailing list per preparare l’assemblea di questo pomeriggio, per tastare il polso a una platea di pm che chiede il confronto col suo procuratore. Un forum virtuale, che cresce in termini numerici: sono circa quaranta le adesioni di pm che firmano via mail richieste di chiarimenti, esigenze di spiegazioni, volontà di confronto. Una quarantina di sostituti che fanno sentire la propria voce a mezzo posta. C’è una frase, una sorta di slogan, che torna in decine di interventi: «Io non mi scuso», firmato sostituto procuratore. Il riferimento diretto è a quanto avvenuto giovedì scorso ad Acerra: a quanto riportato dai giornali sulla cerimonia di inaugurazione del termovalorizzatore, sugli interventi del premier Berlusconi e dell’attuale presidente Impregilo Massimo Ponzellini (estraneo a vicende giudiziarie in corso). Ma anche all’interpretazione di alcuni pm dell’atteggiamento del procuratore Lepore: apparso, agli occhi di qualche sostituto, remissivo al cospetto delle critiche indirette rivolte alle inchieste giudiziarie sul ciclo smaltimento rifiuti in Campania. Di qui lo slogan che va per la maggiore, «io non mi scuso». L’assemblea, dunque, come momento di confronto. Come scenario naturale per chiedere spiegazioni su un paio di punti, come riportato dal Mattino nell’edizione di ieri: sull’opportunità del procuratore Lepore di partecipare alla cerimonia di inaugurazione del termovalorizzatore; sulla tutela delle indagini in corso a carico del gruppo Impregilo, dopo il tributo riservato dal premier agli «eroi» del gruppo imprenditoriale impegnato in Campania negli anni dell’emergenza. Un’assemblea con più anime, con più velocità. Un incontro al momento politicamente trasversale. È stato sostenuto dai Movimenti, Mi e da una parte di Md. Un’opportunità di incontro che la platea dei sostituti sfrutterà fino in fondo. Andando a ritroso. E mettendo a fuoco non solo il caso Acerra. Possibili variazioni tematiche, almeno secondo quanto trapela dal tam-tam via posta elettronica. Sul tappeto anche quanto avvenuto nei mesi scorsi in Consiglio giudiziario - assemblea che rappresenta i magistrati del distretto - e la gestione dell’inchiesta sui rifiuti in Campania. È qui, in sede di Consiglio giudiziario, che sono affiorati i primi malumori interni alla Procura. Decisivo, in questo caso, il confronto tra il procuratore e i due pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, sulla gestione dell’inchiesta ecoballe, con lo stralcio delle posizioni degli ex prefetti Catenacci, Bertolaso e Pansa. Si parte da una domanda: la scelta di Lepore di congelare sette posizioni equivale alla revoca del fascicolo coordinato da Sirleo e Noviello? Ne è nato un confronto interno al Consiglio giudiziario, al termine del quale si è deciso di interessare il Csm (la settima sezione, che non si occupa di rilievi disciplinari ma organizzativi), ma anche di rendere pubblici alcuni interventi pro e contro lo stralcio di Lepore. Un confronto che oggi attende una nuova tappa, i cui esiti restano imprevedibili. Da quattro anni procuratore a Napoli, il capo dei pm ribadisce la correttezza del proprio comportamento: sempre in prima linea a difendere le inchieste del suo ufficio, da anni al fianco dei propri sostituti, Lepore è intervenuto lunedì pomeriggio sulle stesse mailing list che chiedevano l’assemblea: «Sono andato a quella cerimonia per dovere istituzionale. Non potevo alzarmi quando il presidente del Consiglio ha iniziato a parlare, con Ponzellini poi non ho parlato di attività giudiziarie. C’è stata solo una stretta di mano».

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