La Procura: il Csm ci difenda dal premier
NAPOLI — Un documento in cui si chiede al Csm l’apertura di una pratica a tutela dei pm Noviello e Sirleo; primo firmatario, il procuratore Lepore. Conclusione a sorpresa e un tantino bizantina per l’assemblea autoconvocata da un gruppo di pm all’indomani della contestata partecipazione di Lepore all’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra. I magistrati della Procura chiedono al Csm di tutelare i pm titolari delle inchieste sui rifiuti e l’intero ufficio dagli attacchi di esponenti delle istituzioni e dell’imprenditoria privata, leggi Berlusconi e i vertici dell’Impregilo. La bozza era stata già approntata nei giorni scorsi dai pm che avevano organizzato l’assemblea: tra gli altri, Sergio Amato, Giuseppe Narducci e Gloria Sanseverino. Dopo un riassunto della vicenda rifiuti, il documento si sofferma sulla vicenda di Acerra e sulle accuse rivolte a Noviello e Sirleo, indicati da Berlusconi come i responsabili del ritardo con cui l’impianto è stato costruito. Nel testo, tra l’altro, si rimarca la professionalità dei due pm che hanno indagato sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti. Pace fatta, dunque, frattura ricomposta? «Allo stato degli atti» sì. Ma gli equilibri bizantini, insegna la storia, sono fragili. Ed effimeri. Numerosi i pm intervenuti; tutti — sia pure con qualche sfumatura — hanno ribadito l’inopportunità della presenza di Lepore ad Acerra, evidenziando che, almeno, quando è stato sferrato l’attacco alla magistratura il procuratore avrebbe dovuto andar via. Lui ancora una volta ha spiegato: «L’attacco non era alla Procura, di cui io sono il capo, ma alla magistratura in generale. Avrebbero dovuto alzarsi e andarsene tutti quelli che erano accanto a me e che rappresentavano la magistratura ». Il procuratore, però, oggi su Acerra fa autocritica: «Col senno di poi, avrei evitato di andarci. Ma era una visita istituzionale, era prevista la presenza di tutte le altre cariche più importanti della magistratura e temevo che la mia assenza sarebbe stata fraintesa o strumentalizzata». Prima di incontrare i pm riuniti in assemblea, Lepore si è intrattenuto con i cronisti e ha ribadito con forza lealtà e buona fede. «Mi dispiace — ha detto il capo dei pm — quando mi accusano di avere attaccato l’autonomia dei magistrati; mi dispiace che mi si accusi di proteggere qualcuno». Lo stesso concetto aveva rimarcato poco prima, parlando in assemblea: «Non ho mai protetto nessuno e l’inchiesta sul Global service lo dimostra. Sfido tutti voi — aveva insistito, rivolgendosi ai sostituti — a dire se in qualche occasione, per qualche persona, ho chiesto di insabbiare il processo»