Al termine dell’assemblea i magistrati hanno trovato una linea unitaria

La Procura: il Csm ci difenda dal premier

«Il Consiglio tuteli i pm Noviello e Sirleo che indagano sui rifiuti». Anche il procuratore Lepore firma il documento
2 aprile 2009 - Titti Beneduce

NAPOLI — Un documento in cui si chiede al Csm l’aper­tura di una pratica a tutela dei pm Noviello e Sirleo; pri­mo firmatario, il procuratore Lepore. Conclusione a sorpre­sa e un tantino bizantina per l’assemblea autoconvocata da un gruppo di pm all’indo­mani della contestata parteci­pazione di Lepore all’inaugu­razione dell’inceneritore di Acerra. I magistrati della Procura chiedono al Csm di tutelare i pm titolari delle inchieste sui rifiuti e l’intero ufficio dagli attacchi di esponenti delle istituzioni e dell’imprendito­ria privata, leggi Berlusconi e i vertici dell’Impregilo. La bozza era stata già ap­prontata nei giorni scorsi dai pm che avevano organizzato l’assemblea: tra gli altri, Ser­gio Amato, Giuseppe Narduc­ci e Gloria Sanseverino. Dopo un riassunto della vicenda ri­fiuti, il documento si soffer­ma sulla vicenda di Acerra e sulle accuse rivolte a Noviello e Sirleo, indicati da Berlusco­ni come i responsabili del ri­tardo con cui l’impianto è sta­to costruito. Nel testo, tra l’altro, si ri­marca la professionalità dei due pm che hanno indagato sui presunti illeciti nella ge­stione dei rifiuti. Pace fatta, dunque, frattura ricomposta? «Allo stato degli atti» sì. Ma gli equilibri bizantini, inse­gna la storia, sono fragili. Ed effimeri. Numerosi i pm intervenu­ti; tutti — sia pure con qual­che sfumatura — hanno riba­dito l’inopportunità della pre­senza di Lepore ad Acerra, evi­denziando che, almeno, quan­do è stato sferrato l’attacco al­la magistratura il procuratore avrebbe dovuto andar via. Lui ancora una volta ha spie­gato: «L’attacco non era alla Procura, di cui io sono il ca­po, ma alla magistratura in generale. Avrebbero dovuto alzarsi e andarsene tutti quel­li che erano accanto a me e che rappresentavano la magi­stratura ». Il procuratore, però, oggi su Acerra fa autocritica: «Col senno di poi, avrei evitato di andarci. Ma era una visita isti­tuzionale, era prevista la pre­senza di tutte le altre cariche più importanti della magistra­tura e temevo che la mia as­senza sarebbe stata fraintesa o strumentalizzata». Prima di incontrare i pm riuniti in as­semblea, Lepore si è intratte­nuto con i cronisti e ha ribadi­to con forza lealtà e buona fe­de. «Mi dispiace — ha detto il capo dei pm — quando mi ac­cusano di avere attaccato l’au­tonomia dei magistrati; mi di­spiace che mi si accusi di pro­teggere qualcuno». Lo stesso concetto aveva ri­marcato poco prima, parlan­do in assemblea: «Non ho mai protetto nessuno e l’in­chiesta sul Global service lo dimostra. Sfido tutti voi — aveva insistito, rivolgendosi ai sostituti — a dire se in qual­che occasione, per qualche persona, ho chiesto di insab­biare il processo»

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