Cinque componenti contro uno danno ragione au due sostituti. Ora dovrà decidere il plenum
La commissione del Csm: Lepore sbagliò
Stralcio Bertolaso, fu una revoca ai pm e andava motivata
1 aprile 2009 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Non fu uno stralcio, ma una revoca e come tale andava motivata. La settima commissione del Csm ha ritenuto fondate le osservazioni dei sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo a proposito dell’inchiesta sui rifiuti che, lo scorso luglio, li vide contrapposti al procuratore, Giovandomenico Lepore.
All’origine del contrasto, la decisione di Lepore di non chiedere il rinvio a giudizio per Guido Bertolaso, Corrado Catenacci, Alessandro Pansa e altre quattro persone; una decisione che ha avuto lunghi strascichi polemici: oggi, per esempio, un gruppo di sostituti si riunirà per discutere della partecipazione di Lepore e del procuratore generale, Galgano, all’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra. La partecipazione è stata giudicata da alcuni inopportuna, visto che le vicende giudiziarie connesse con l’inceneritore sono tuttora in corso. L’assemblea è fissata per le 15.30 nella sede dell’Anm.
Ufficialmente, la delibera della settima commissione è segreta fino a quando non ne discute il plenum del Csm (e questo dovrebbe avvenire a breve). Negli ambienti giudiziari, però, sono trapelate indiscrezioni secondo le quali cinque componenti su sei si sono espressi ritenendo che si sia trattato di una revoca, condividendo cioè la tesi dei due sostituti. La settima commissione è competente in materia di organizzazione degli uffici giudiziari; presidente è Celestina Tinelli, vicepresidente Bernardo Petralia, componenti Fiorella Pilato, Luisa Napolitano, Alfredo Pompeo Viola e Gianfranco Anedda; proprio quest’ultimo, laico del centro destra, è stato l’unico a votare a favore del procuratore. A questo punto la parola spetta al plenum. Le indicazioni della commissione non sono vincolanti, dunque nessuna previsione può essere fatta al momento. Se il plenum condividesse queste valutazioni, dovrebbe invitare Lepore a motivare la revoca. Se, viceversa, facesse valutazioni diverse, tutto resterebbe com’è (sullo stralcio, Lepore e il sostituto codelegato, Maurizio De Marco, non hanno ancora preso decisioni; la vicenda, oltre ai prefetti e a Bertolaso, riguarda Ciro Turiello, Claudio De Biasio, Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino).
Oggi il procuratore interverrà all’assemblea autoconvocata da alcuni sostituti per discutere del «caso Acerra »; il suo sarà, probabilmente, un intervento chiarificatore, mirato a rasserenare il clima nell’ufficio. Ieri, intanto, la giunta dell’Anm ha incontrato il procuratore generale, Vincenzo Galgano; argomento della discussione, le dichiarazioni fatte dal pg al consiglio giudiziario il primo dicembre scorso, quando il «parlamentino dei giudici » si riunì per discutere le osservazioni di Noviello e Sirleo. In quella circostanza, infatti, Galgano affermò: «Ho sempre stimato professionalmente i colleghi Sirleo e Noviello e continuerò a stimarli professionalmente, ma forse non altrettanto sotto il profilo umano e personale per come hanno inteso portare avanti la questione». Nei giorni successivi, Galgano aveva fatto alla stampa dichiarazioni di altrettanto forte impatto: che si spiegano, però, ha chiarito sia alla giunta dell’Anm sia, lunedì sera, al consiglio giudiziario, con il disappunto per la divulgazione dei verbali della seduta del primo dicembre. Galgano aveva chiesto al consiglio giudiziario di revocare la delibera di desecretazione, ritenendola in contrasto con il regolamento del consiglio stesso. Lunedì sera, il consesso ha ribadito la legittimità della delibera e il pg ha preso atto della decisione senza insistere sulla revoca.
Ufficialmente, la delibera della settima commissione è segreta fino a quando non ne discute il plenum del Csm (e questo dovrebbe avvenire a breve). Negli ambienti giudiziari, però, sono trapelate indiscrezioni secondo le quali cinque componenti su sei si sono espressi ritenendo che si sia trattato di una revoca, condividendo cioè la tesi dei due sostituti. La settima commissione è competente in materia di organizzazione degli uffici giudiziari; presidente è Celestina Tinelli, vicepresidente Bernardo Petralia, componenti Fiorella Pilato, Luisa Napolitano, Alfredo Pompeo Viola e Gianfranco Anedda; proprio quest’ultimo, laico del centro destra, è stato l’unico a votare a favore del procuratore. A questo punto la parola spetta al plenum. Le indicazioni della commissione non sono vincolanti, dunque nessuna previsione può essere fatta al momento. Se il plenum condividesse queste valutazioni, dovrebbe invitare Lepore a motivare la revoca. Se, viceversa, facesse valutazioni diverse, tutto resterebbe com’è (sullo stralcio, Lepore e il sostituto codelegato, Maurizio De Marco, non hanno ancora preso decisioni; la vicenda, oltre ai prefetti e a Bertolaso, riguarda Ciro Turiello, Claudio De Biasio, Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino).
Oggi il procuratore interverrà all’assemblea autoconvocata da alcuni sostituti per discutere del «caso Acerra »; il suo sarà, probabilmente, un intervento chiarificatore, mirato a rasserenare il clima nell’ufficio. Ieri, intanto, la giunta dell’Anm ha incontrato il procuratore generale, Vincenzo Galgano; argomento della discussione, le dichiarazioni fatte dal pg al consiglio giudiziario il primo dicembre scorso, quando il «parlamentino dei giudici » si riunì per discutere le osservazioni di Noviello e Sirleo. In quella circostanza, infatti, Galgano affermò: «Ho sempre stimato professionalmente i colleghi Sirleo e Noviello e continuerò a stimarli professionalmente, ma forse non altrettanto sotto il profilo umano e personale per come hanno inteso portare avanti la questione». Nei giorni successivi, Galgano aveva fatto alla stampa dichiarazioni di altrettanto forte impatto: che si spiegano, però, ha chiarito sia alla giunta dell’Anm sia, lunedì sera, al consiglio giudiziario, con il disappunto per la divulgazione dei verbali della seduta del primo dicembre. Galgano aveva chiesto al consiglio giudiziario di revocare la delibera di desecretazione, ritenendola in contrasto con il regolamento del consiglio stesso. Lunedì sera, il consesso ha ribadito la legittimità della delibera e il pg ha preso atto della decisione senza insistere sulla revoca.