Acerra, obiettivo normalità il «mostro» non fa più paura

Continua il rodaggio, i contadini lavorano i terreni attorno all’impianto
28 marzo 2009 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Contadini lavorano il terreno ad Acerra Acerra. Poliziotti e militari sono solo diminuiti di numero ma rimangono a presidiare. E così sarà ancora per i prossimi mesi. Sono passate poche ore dall’inaugurazione del termovalorizzatore e la situazione sembra tutto sommato tranquilla. A Pantano, dove sorge l’impianto, non c’è nemmeno un gran via vai di camion ma solo perché nei giorni scorsi è stata riempita la fossa dell’impianto per la sua intera capienza. Cinquemila tonnellate di rifiuti tritovagliato già stipati (provenienti dagli Stir campani, ad esclusione di quello di Tufino), di cui poco meno un sesto bruciato ieri. Fanno poco meno di 600 tonnellate al giorno, il carico esatto che da lunedì verrà bruciato. Per arrivare a duemila, invece, occorrerà attendere il principio dell’estate quando entreranno in funzione le altre due linee. Un cronoprogramma che sarà sicuramente rispettato visto che, fanno sapere ieri dalla struttura commissariale che gestirà l’inceneritore per i prossimi sei mesi, la fase di start up non ha dato alcun problema. Una fase di rodaggio e collaudo continuo in attesa della vera entrata a regime di una macchina complessa che non verrà più spenta. Attorno all’impianto, invece, la vita sembra scorrere uguale: si lavorano come se nulla fosse i terreni. Donne chine e un gran via vai (questo sì) di trattori che sfrecciano sulla statale. «Certo continuiamo. E che dobbiamo fare, cambiare mestiere a quest’età?», si domanda un vecchio contadino mentre smonta il cartello anti-Berlusconi sistemato sulla recinzione del suo podere per il taglio del nastro. Lo stradone che porta all’impianto, intanto, rimane deserto. Se non fosse per un bar ambulante allestito dal signor Enzo che ha capito subito il business e qualche acerrano che si spinge in auto sino all’ultima rotonda prima del controllo militare: getta uno sguardo come per vedere se tutto sia a posto e sguscia via. Intanto Acerra si divide. Tra chi si è rassegnato e chi vuole continuare la lotta contro il termovalorizzatore. A rappresentare quest’ultimi i manifesti del corteo di due giorni fa che campeggiano ancora per corso Italia. Traffico bloccato, come al solito, a causa del passaggio a livello sulla linea ferroviaria che divide in due la città. Molto di più, quindi, del gas di scarico di tre auto: ovvero il tasso d’inquinamento, ha detto il Cavaliere alla cerimonia, paragonabile a quello dell’inceneritore. In piazza Castello, invece, non c’è traccia del monitor (l’altro sarà a San Felice a Cancello) che darà in tempo reale i valori d’inquinamento dell’impianto. Sarà montato tra qualche giorno e per ora bisogna visionarli sul sito della struttura commissariale. Non basta però ai comitati. «Fermarci? Assolutamente no: giovedì - spiega Tommaso Esposito, animatore del movimento campano per rifiuti zero - ci sarà un’assemblea per decidere il da farsi. E se prima la battaglia era per non farlo aprire ora sarà per farlo chiudere. E non ci fidiamo nè dell’osservatorio ambientale, perché i tecnici non sono stati scelti da noi, e né dei dati che vengono pubblicati. Perché quest’ultimi, il caso Colleferro insegna, possono essere manipolati». Più accondiscendente, invece, sembra Carmine Siracusa, capogruppo Pd prima che decadesse, tre settimane fa, il sindaco perché senza maggioranza. «Ora la battaglia si sposta sulla bonifica del territorio. Ci era stata promessa ma sino ad ora nulla - spiega -. E poi bisogna pensare a misure per sostenere i contadini che non potranno più coltivare. Siamo sicuri che si acquisterà ancora la frutta e verdura che proviene da Acerra? Servono misure e incentivi». Materia che diventerà, sicuramente,il perno per la campagna elettorale per scegliere il nuovo sindaco. Si vota a giugno. Ma sinora, a destra come a sinistra, nessuno ha ufficializzato la sua candidatura.

Powered by PhPeace 2.6.4