La difesa di Nonno: «Accuse assurde» 200 testimoni, citato anche Alemanno

Lunedì in aula l’esponente An «Come potevo fare accordi con persone che non sentivo mai?»
28 marzo 2009 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Ha citato duecento testimoni a suo favore, tra cui parlamentari, l’attuale sindaco di Roma Gianni Alemanno, esponenti delle forze dell’ordine. Agli arresti domiciliari dopo un periodo di detenzione in cella (dallo scorso sei ottobre), Marco Nonno attende il verdetto nel processo che torna in aula lunedì prossimo. La sua voce passa attraverso il filtro dei suoi legali, i penalisti Giovanni Belleré e Sergio Rastrelli: «Niente devastazione, altro che saccheggio. Le indagini difensive parlano chiaro». Nel processo, verranno depositati gli esiti di un’attività d’indagine svolta in senso difensivo: si parte dalle foto. Nonno ripreso sempre davanti alla discarica, sempre con le braccia alzate, mai in segno di contrapposizione rispetto alle forze dell’ordine. «Niente devastazione - chiarisce il penalista Belleré - niente patto scellerato. Lo dimostrano le telefonate, quelle acquisite dai difensori: a dicembre non c’è un solo contatto tra Nonno e Carandente. Che tipo di accordo ci poteva essere tra due persone che non si scambiano neppure gli auguri di Natale?». Duecento testimoni, dunque, nella lista difensiva del consigliere comunale di An. Si scorrono i nomi di Luigi Bobbio, di Marcello Taglialatela, del sindaco di Roma Gianni Alemanno e di Alessandra Mussolini. La lunga notte di Pianura rivista dalla parte di chi si trova agli arresti da mesi. Una sorta di leader popolare, Marco Nonno. Venerdì scorso, una fiaccolata sotto l’abitazione nella quale il consigliere è ristretto, da parte di alcuni suoi concittadini. Il motivo della mobilitazione? «La protesta contro i pentiti ad orologeria», quelli che negli ultimi mesi avrebbero confermato in Procura il presunto rapporto tra il consigliere e il tessuto criminale della zona. Ed è anche questo uno dei temi spinosi nel corso del processo che inizierà lunedì mattina dinanzi alla nona sezione penale del Tribunale di Napoli. Le accuse più gravi arrivano da Mario Toller e da Giovanni Gilardi, che inquadrano il consigliere comunale nel contesto criminale della periferia occidentale: «Calunnie - ribatte il diretto interessato attraverso i suoi legali - su cui ci sono testimonianze che raccontano l’esatto opposto della versione resa dai collaboratori di giustizia». Uno dei due collaboratori - il pentito Gilardi - ha raccontato di aver girato soldi ai Lago, clan che poi avrebbe provveduto a stipendiare i teppisti del niss per le azioni di forza contro la polizia, per i presidi dei giorni bui di Pianura. C’era la mediazione di Nonno, spiega il pentito. «Falso replica la difesa. Falsa anche l’accusa di aver acquistato un terreno grazie alla mediazione del clan Varriale, come dimostreranno i testimoni citati in aula». Ma non è l’unica vicenda che coinvolge Marco Nonno. Imputato per devastazione, saccheggio e quant’altro abbia a che vedere con gli scontri antidiscarica di Pianura, Nonno è anche testimone nel processo a carico di Alfredo Romeo, quello degli appalti finiti nel mirino della Procura, delle presunte combine politiche per favorire imprenditori amici.

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