Le ceneri di Acerra
Una festa, con le fanfare dei bersaglieri che suonano O' sole mio, mezzo governo in tiro, gli imprenditori del nord che portano la tecnologia al sud, e Berlusconi ha la possibilità di concedersi un altro momento di gloria, sponsorizzando se stesso e il nuovo Popolo delle libertà, spingendo il bottone rosso che ha acceso i forni dell'inceneritore di Acerra. Dentro il presidente festeggia in un tripudio di complimenti, fuori i cittadini protestano ancora contro tutti, per loro l'inaugurazione è un funerale. Sono gli abitanti di questo triangolo della morte, dove c'è il più alto tasso di tumori del Paese. diossina nei terreni coltivati, anche davanti all'impianto. Scendono in piazza, provano a muoversi in corteo con le bare di cartone, con maschere di «capa 'e muort'» e scheletri, cercano di arrivare al sito, ma vengono fermati dalle forze dell'ordine. Per il governo sono dei criminali, secondo il decreto di luglio. poi convertito in legge, potrebbero tranquillamente essere arrestati, ma Silvio Berlusconi evita, sarebbe un neo sulla baldoria di «successi». Il presidente del consiglio si limita a dire dal palco, di un impianto in acciaio e lamiere stile Blade Runner, che il termovalorizzatore non inquinerà più di tre macchine di media cilindrata e che «lo stato torna a fare lo stato». «Con i precedenti goverrii di sinistra- dice Silvio, raggiante - le proteste di minoranze orgariizzate erano considerate dimostrazioni democratiche. Noi pensiamo il contrario. Abbiamo usato la forza e non esiteremo a farlo ancora».
Ai corteo urlano Vergogna davanti al muro di caschi blu e azzurri abbastanza minacciosi. C'è Padre Alex Zanotelli che ripete di «non voler fare un passo indietro», l'ex senatore e membro della commissione ambiente che nel 2004 chiese 40 prescrizioni all'impianto, Tommaso Sodano, l'avvocato dei comitati Tommaso Esposito che definisce la giornata «di lutto perché si è uccisa la democrazia». Tentano una mediazione con la Digos. Nulla da fare gli viene impedito di proseguire, la folla viene bloccata a un chilometro dalla località Pantano. Il movimento campana salute e ambiente, le associazioni i cittadini tornano indietro e occupano la sala del consiglio comunale per un'assemblea. La parola d'ordine è non smettere di contestare l'intero piana di smaltimento che prevede 12 discanche e 4 inceneritori, «un progetto criminale», nonché proseguire con la raccolta delle firme contro i Cip6, «i contriburi alle lobby inceneritoriste».
Contemporaneamente una parte dell'impianto prende vita e inizia a lavorare, le pale mettono l'immondizia indifferenziata nei forni. Il sottosegretario Guido Bertolaso si commuove e dice che da ora la Campania da una povera Cenerentola passerà al terzo posto in Italia per capacita di smaltimento. Polemicamente afferma di avere le mani «sporche» e la coscienza pulita, ed è indubbio il riferimento all'inchiesta Rompiballe che da qualche settimana lo vede indagato per la sua gestione da commissario straordinano. Intorno al presidente c'è Stefania Prestigiacomo, Roberto Maroni, Mara Carfagna, Renato Brunetta, Claudio Scajola e Gianfranco Rotondi, ma anche Rosa Russo Jervolino e Antonio Bassolino, che allo scandalo dei rifiiuti deve il declino della sua carnera politica. C'è Letizia Moratti, che forse mal in vita sua avrebbe immaginato di mettere piede ad Acerra, sottolinea «l'orgoglio» di avere a Milano «il più importante gestore dei rifiuti italiani» a cui sarà affidato l'intero carrozzone, 1'A2A che ha superato i localismi e si è unita ai vecchi concorrenti bresciani.
Berlusconi è entusiasta, Alessandro Pansa, il prefetto di Napoli gli legge perfino il messaggio del presidente Giorgio Napolitano: «Desidero complimentarmi con lei per il successo ed il forte impegno che ha reso possibile l'avvio del termovalorizzatore». Da Ferroviere a spazzino in soli tre giorni e non è ancora finita, perché Berlusconi annuncia che ora è il momento di pensare agli impianti di Lazio e Sicilia. Una data storica, è il coro dei fedelissimi che accompagnano il premier. Ma la chiesa non c'è, ha disertato e questo è un segnale non da poco. Il vescovo Rinaldi ha detto di non poter benedire il sito dopo aeree combattuto al fianco degli abitanti, Il cardinale Crescenzio Sepe ha quindi dovuto dare forfait, perché sarebbe stata «scortese» la sua sola presenza.
«Gli uomini di Impregilo sono veri eroi che qualcuno ha cercato di ostacolare, ma hanno tenuto duro». Durante il taglio del nastro Silvio Berlusconi sorride a Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo e il cerchio si chiude. Solo due glomi prima il premier aveva iifatti i naugurato l'altra velocità che collega Roma a Milano e costruita in gran parte da questa stessa azienda. Coincidenza? O penuria di imprese serie capaci di compiere «grandi operere»? Sta di fatto che l'lmpregilo continua a essere imputata per frode dopo aver gestito e portato al collasso il sistema di rifiuti campano. Dieci anni in cui i vertici della società, secondo i pm Sirleo e Noviello, hanno messo in piedi un meccanismo per lucrare su l commissariato straordinario, costruito impianti di Cdr che producevano materiale non a norma, e disatteso il contratto di smaltimento firmato nel '99. Ma all'azienda è bastata un'inaugurazione per passare da imputata a eroina. E per dare la possibilità a Ponzellini di parlare non più da vinto, ma da vincitore: i"contro il diavolo che stavamo costruendo- ha detto a margine della cerimonia - c'è stato scatenato contro di tutto, dalle processionl religiose a quelle esoteriche. Dal sequestro record per 750 milioni di euro protratto per 14 mesi ai nostri operai scortati al lavoro da 450 militari". Oggi i cittadini dovrebbero dunque dimenticare che c'è un processo in corso - che vede tra l'altro indagati i fratelli Romiti e lo stesso Antonio Bassolino - applaudire a questi eroi che pur se indagati hanno avuto la «possibilità» chiamati direttamente dal governo di terminare i lavori del termovalorizzatore. (Fr. Pil.)