Moratti: «Una parte di Milano qui a Napoli». Bertolaso si commuove
Acerra, si celebra il successo lombardo
Inaugurazione in pompa magna per l'avvio del termovalorizzatore di Acerra. Berlusconi «Lo Stato ora c'è»
27 marzo 2009 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Benvenuti ad Acerra, provincia di Milano. Dove si celebra il trionfo dell'efficientismo a lombardo, sebbene la fanfara dei Bersaglieri si esibisca sulle note di 'O sole mio.
Dove la sindaca del capoluogo ambrosiano, Letizia Moratti, si proclama «felice di portare una parte di Milano qui a Napoli», grazie alla multiutility A2A che gestirà il termovalorizzatore di Acerra. Benvenuti nel tempio della tecnologia lombarda Impregilo, sotto le cui volte il presidente, Massimo Ponzellini, da Bologna, con tanto di occhiali da sole e smanicato, dal palco dell'inaugurazione sintetizza la storia travagliata della sua azienda al Sud: «Segnata da entusiasmo, ma poi da delusione, amarezza, solitudine: contro il ‘‘mostro'' che stavamo costruendo abbiamo dovuto subìre presidi di protesta, manifestazioni religiose, feste popolari, partite di calcetto e finanche processioni esoteriche». Poi, Ponzellini si riprende e chiede al Governo di non dimenticarsi di Impregilo: del ponte sullo Stretto e della Salerno- Reggio Calabria. Quindi, manda un bacio affettuoso a due mani alla ministra dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, raggiungendola mentre va via in auto: «Sei la number one». E saluta affettuoso il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore.
Silvio Berlusconi pigia sul pulsante e dalle porte dell'avanfossa appaiono cumuli di rifiuti scaricati dai camion nei giorni scorsi. Un ragno meccanico li raccoglie e li rilascia nella fossa, pronti per finire nel forno. Tutto in diretta tv. Ogni manovra ripresa nel dettaglio come se fosse il lancio dello Shuttle.
Il presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, da Morbegno, Sondrio, vorrebbe affiggere una targa con su scritto: «Oggi la gente perbene comincia a far festa: quella gente che ha visto riempire i treni dei rifiuti campani per trasferirli, a costi pesantissimi, in casa degli svizzeri e dei tedeschi. Da oggi si toglie benzina dalle macchine della criminalità organizzata». Zuccoli annuncia pure che A2A sarà presente in Campania con una partecipata, Partenope Ambiente, e due sedi, una a Caivano e l'altra ad Acerra, con 200 dipendenti «che saranno formati nei nostri centri in Lombardia».
Ma questo 26 marzo 2009 di Acerra lombarda (i vasi dell'antica Suessola custoditi in teche trasparenti sono il labile segno di una civiltà sin troppo remota rispetto all'attuale traccia di pulsante modernità importata) è soprattutto il giorno del sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso. Il quale entra in scena sulle immagini di un servizio di ‘‘Annozero'' del 22 maggio 2008: con Sandro Ruotolo che riprende i roghi dei cassonetti tra Pianura e Secondigliano; e Michele Santoro che, confrontandosi in studio con il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, sfida: «Se il termovalorizzatore di Acerra sarà finito in otto mesi mi metterò in mutande». Bertolaso, in maglietta blu, riprende dal palco: «Non avevamo nessuna intenzione di vedere Santoro in mutande e così abbiamo aspettato dieci mesi per avviare il termovalorizzatore». L'intervento didascalico del capo della Protezione civile puntella l'ampio spazio della avanfossa, occupato dai trecento invitati, di moniti e bacchettate. C'è la rassegna stampa dei giornali: un titolo di qualche anno fa che presenta il tour con i giornalisti stranieri organizzato dalle Assise di Palazzo Marigliano tra le discariche: «C'era persino chi chiamava la stampa estera per portarla in giro non tra le bellezze di questo territorio, ma tra i rifiuti». Quindi risarcisce Acerra: «Cinque milioni di euro ottenuti per le bonifiche, anche se toccava ad altri avviarle; tre milioni duecentomila euro ricevuti come indennizzo per il termovalorizzatore e che sono nelle casse del Comune». La platea (quella non lombarda) mugugna. Antonio Bassolino, stretto in prima fila tra il sottosegretario Gianni Letta e la ministra Prestigiacomo, annuisce senza timidezza. La sindaca di Napoli, Rosa Iervolino, se ne va perché richiamata da un altro impegno. L'irritazione sfrega i volti dei campani presenti. Il commissario Ue Antonio Tajani, il leader campano del Pdl Nicola Cosentino e il candidato alla Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, plaudono al completamento della missione. E Bertolaso rassicura: «Questo impianto brucerà 600 mila tonnellate di rifiuti l'anno: è come se ogni anno chiudessimo una delle discariche. Inoltre, con l'entrata in funzione del termovalorizzatore, le cui emissioni sarà possibile controllare in diretta in due info-point a San Felice a Cancello e ad Acerra, la Campania salta al terzo posto tra le regioni italiane con la maggiore capacità di smaltimento». Bertolaso arriva ai ringraziamenti: per il presidente della Repubblica («all'epoca delle mie dimissioni mi inviò un biglietto di incoraggiamento»), il quale anche ora affida al prefetto Pansa poche parole di felicitazioni per il Governo (che ha «reso possibile l'attività del termovalorizzatore dopo un lungo e contrastato iter»); il sottosegretario ai rifiuti ringrazia il cardinale Crescenzio Sepe («con il quale mi sono sentito ogni giorno»); il sottosegretario Gianni Letta e Silvio Berlusconi («per avermi dato la possibilità di di dimostrare che quello che sapevamo occorreva realizzarlo»). Il capo della Protezione civile si affida a un esempio icastico: «Abbiamo trovato un pedone investito da un pirata della strada, l'abbiamo soccorso e portato in ospedale. Ma poi siamo stati incolpati di eccesso di velocità e di essere passati col rosso: ci siamo sporcati le mani sapendo di avere la coscienza pulita». Per concludere quasi alla Luther King: «Avevamo un sogno, vedere Napoli pulita: credo che ci stiamo riuscendo e questa è l'unica cosa che conta». Il resto è commozione. Con il premier che si limita a dire che «abbiamo agito nel senso contrario a quello della sinistra, la quale ha inteso come dimostrazione di democrazia l'occupazione dei cantieri e dell'autostrada da parte delle minoranze. Da Acerra si parte— ha chiuso il Cavaliere — per risolvere il problema rifiuti anche nelle altre regioni». E via con l'assalto al buffet. Con mozzarelle, provole e sfogliatelle rigorosamente locali.
Silvio Berlusconi pigia sul pulsante e dalle porte dell'avanfossa appaiono cumuli di rifiuti scaricati dai camion nei giorni scorsi. Un ragno meccanico li raccoglie e li rilascia nella fossa, pronti per finire nel forno. Tutto in diretta tv. Ogni manovra ripresa nel dettaglio come se fosse il lancio dello Shuttle.
Il presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, da Morbegno, Sondrio, vorrebbe affiggere una targa con su scritto: «Oggi la gente perbene comincia a far festa: quella gente che ha visto riempire i treni dei rifiuti campani per trasferirli, a costi pesantissimi, in casa degli svizzeri e dei tedeschi. Da oggi si toglie benzina dalle macchine della criminalità organizzata». Zuccoli annuncia pure che A2A sarà presente in Campania con una partecipata, Partenope Ambiente, e due sedi, una a Caivano e l'altra ad Acerra, con 200 dipendenti «che saranno formati nei nostri centri in Lombardia».
Ma questo 26 marzo 2009 di Acerra lombarda (i vasi dell'antica Suessola custoditi in teche trasparenti sono il labile segno di una civiltà sin troppo remota rispetto all'attuale traccia di pulsante modernità importata) è soprattutto il giorno del sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso. Il quale entra in scena sulle immagini di un servizio di ‘‘Annozero'' del 22 maggio 2008: con Sandro Ruotolo che riprende i roghi dei cassonetti tra Pianura e Secondigliano; e Michele Santoro che, confrontandosi in studio con il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, sfida: «Se il termovalorizzatore di Acerra sarà finito in otto mesi mi metterò in mutande». Bertolaso, in maglietta blu, riprende dal palco: «Non avevamo nessuna intenzione di vedere Santoro in mutande e così abbiamo aspettato dieci mesi per avviare il termovalorizzatore». L'intervento didascalico del capo della Protezione civile puntella l'ampio spazio della avanfossa, occupato dai trecento invitati, di moniti e bacchettate. C'è la rassegna stampa dei giornali: un titolo di qualche anno fa che presenta il tour con i giornalisti stranieri organizzato dalle Assise di Palazzo Marigliano tra le discariche: «C'era persino chi chiamava la stampa estera per portarla in giro non tra le bellezze di questo territorio, ma tra i rifiuti». Quindi risarcisce Acerra: «Cinque milioni di euro ottenuti per le bonifiche, anche se toccava ad altri avviarle; tre milioni duecentomila euro ricevuti come indennizzo per il termovalorizzatore e che sono nelle casse del Comune». La platea (quella non lombarda) mugugna. Antonio Bassolino, stretto in prima fila tra il sottosegretario Gianni Letta e la ministra Prestigiacomo, annuisce senza timidezza. La sindaca di Napoli, Rosa Iervolino, se ne va perché richiamata da un altro impegno. L'irritazione sfrega i volti dei campani presenti. Il commissario Ue Antonio Tajani, il leader campano del Pdl Nicola Cosentino e il candidato alla Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, plaudono al completamento della missione. E Bertolaso rassicura: «Questo impianto brucerà 600 mila tonnellate di rifiuti l'anno: è come se ogni anno chiudessimo una delle discariche. Inoltre, con l'entrata in funzione del termovalorizzatore, le cui emissioni sarà possibile controllare in diretta in due info-point a San Felice a Cancello e ad Acerra, la Campania salta al terzo posto tra le regioni italiane con la maggiore capacità di smaltimento». Bertolaso arriva ai ringraziamenti: per il presidente della Repubblica («all'epoca delle mie dimissioni mi inviò un biglietto di incoraggiamento»), il quale anche ora affida al prefetto Pansa poche parole di felicitazioni per il Governo (che ha «reso possibile l'attività del termovalorizzatore dopo un lungo e contrastato iter»); il sottosegretario ai rifiuti ringrazia il cardinale Crescenzio Sepe («con il quale mi sono sentito ogni giorno»); il sottosegretario Gianni Letta e Silvio Berlusconi («per avermi dato la possibilità di di dimostrare che quello che sapevamo occorreva realizzarlo»). Il capo della Protezione civile si affida a un esempio icastico: «Abbiamo trovato un pedone investito da un pirata della strada, l'abbiamo soccorso e portato in ospedale. Ma poi siamo stati incolpati di eccesso di velocità e di essere passati col rosso: ci siamo sporcati le mani sapendo di avere la coscienza pulita». Per concludere quasi alla Luther King: «Avevamo un sogno, vedere Napoli pulita: credo che ci stiamo riuscendo e questa è l'unica cosa che conta». Il resto è commozione. Con il premier che si limita a dire che «abbiamo agito nel senso contrario a quello della sinistra, la quale ha inteso come dimostrazione di democrazia l'occupazione dei cantieri e dell'autostrada da parte delle minoranze. Da Acerra si parte— ha chiuso il Cavaliere — per risolvere il problema rifiuti anche nelle altre regioni». E via con l'assalto al buffet. Con mozzarelle, provole e sfogliatelle rigorosamente locali.