Il sostituto pg Lucantonio: non si può ridurre un magistrato a lacché del suo capo

«Lepore non tifava per l’inchiesta» le accuse che hanno spaccato i pm

Il retroscena della ribellione di Sirleo e Noviello: un arresto negato
20 marzo 2009 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

La Scheda Il procuratore Lepore «non tifava per l’indagine» sulle ecoballe: è questo uno dei punti forti dell’intervento del sostituto pg Massimo Galli. È il primo dicembre dello scorso anno, quando il Consiglio giudiziario ascolta tutti i protagonisti dello strappo sul fascicolo che vede indagati ex commissari e uomini di governo. Al centro delle audizioni la mancata motivazione di Lepore nella definizione dello stralcio di alcuni indagati e l’autonomia dei pm in disaccordo con le direttive del capo. Tutti i consiglieri intervenuti partono da una premessa: il rispetto per ruolo e professionalità del procuratore Lepore e dei due pm Noviello e Sirleo. I pm puntano i piedi. Dopo aver ascoltato le audizioni, Galli spiega: «Oggi abbiamo saputo dai due sostituti perché hanno ritenuto di non recedere e di puntare i piedi. Essi hanno riferito di circostanze che li hanno indotti a ritenere che il Procuratore, per così dire, non tifava per l’indagine stessa, ciò nonostante i sostituti hanno assicurato la loro collaborazione. Di qui la loro necessità di non chiedere di essere esonerati, la loro richiesta di una motivazione della revoca della loro coassegnazione. Era dunque in discussione la loro dignità, autonomia e indipendenza». Revoca, dignità e autonomia. Stando a Galli, dunque, lo stralcio di Pansa e Bertolaso da parte di Lepore è coinciso con una revoca a tutti gli effetti: «Lepore ha affermato di non aver mai avuto intenzione di revocare la coassegnazione dei due pm. Ma di fatto una revoca c’è stata poiché il provvedimento di stralcio prima, e lo stesso proecedimento stralciato, di fatto poi non assegnato anche ai medesimi sostituti, costituiscono atti che hanno rimosso gli stessi da ogni potere sui procedimenti stessi». Galli insiste: «Proprio in tema di revoca permane il dovere costituzionale della motivazione del provvedimento». Arresto negato, perquisizione negata. Dall’intervento del sostituto pg Giuseppe Lucantonio (in quota Mi) emergono particolari inediti sulla conduzione dell’inchiesta ecoballe. Dietro lo strappo, ci sarebbero state divergenze tra Lepore e i due sostituti: in ballo non c’era solo la decisione di chiedere il processo dei sette indagati stralciati, ma anche arresti e perquisizioni chieste dai pm e abortite sul nascere, perché non vistate dallo stesso Lepore. Ecco cosa dice Lucantonio: «Qualunque atto dei pm non era praticabile, se non condiviso da Lepore. Si pensi alla vicenda dell’assenso sulla custodia cautelare negato; alla perquisizione negata e per la quale addirittura viene richiesto di specificare analiticamente ciò che si vuole trovare; al rinvio a giudizio non condiviso, quindi, negato». Il pm lacché. Anche per Lucantonio i «sostituti che non concordano col Procuratore hanno diritto ad essere da questi estromessi con un provvedimento motivato»; e anche in questo caso c’è un richiamo alla dignità dei due pm, alla luce di una considerazione: «La peculiare normativa del 2008 sui rifiuti non riduce il sostituto ad un lacché», pur rafforzando il potere del Procuratore. Galgano, la stima umana e personale. Vibrante è invece la difesa di Lepore da parte del procuratore generale Vincenzo Galgano, che si unisce ad altri sostenitori del Procuratore: «Vi invito a non ignorare i fatti. Abbiamo 32 persone indagate, di cui 25 messe in grado di difendersi fin dall’inizio, mentre altre sette solo dopo la notifica dell’avviso conclusione d’indagine. Questo è il problema che si pone Lepore: mettere costoro in condizione di difendersi utilmente. Ed è per questo che chiede di separare le posizioni. Di fronte alla scelta dei sostituti, ”o tutti a giudizio o ce ne andiamo”, cosa avrebbe dovuto fare il Procuratore? Si è limitato ad esercitare un provvedimento che gli scaturisce dalla legge, mentre i sostituti si sono ancorati ad una doglianza contro un provvedimento di mera motivazione, che peraltro motivato, sebbene succintamente». Segue un’ultima considerazione: «Ho sempre stimato professionalmente i colleghi Sirleo e Noviello, e continuerò a stimarli professionalmente, ma forse non altrettanto sotto il profilo umano e personale per come hanno inteso portare avanti questa questione».

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