Il Consiglio giudiziario rende pubblici gli interventi trasmessi al Csm. Passa la linea di Mi e Movimenti

Scontro in Procura su Pansa, ecco i verbali

Indagine sulle false ecoballe, cade il segreto sulla decisione di stralciare la posizione del prefetto e di Bertolaso
20 marzo 2009 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Pubblicità dei verbali sul caso Pansa-Bertolaso. Lo ha stabilito il Consiglio giudiziario - una sorta di Csm distrettuale - rendendo pubblica parte dello scontro tra il procuratore Giovandomenico Lepore e i due pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Dodici voti a sei: così il Consiglio ha stabilito di togliere il segreto su voti e verbali delle sedute dedicate alle divergenze sulla gestione del fascicolo che vede indagati, tra gli altri, il prefetto Alessandro Pansa, il sottosegretario antirifiuti Guido Bertolaso, l’ex commissario ai rifiuti Corrado Catenacci. Dodici voti per ottenere la «desegretazione dei verbali» della seduta dello scorso primo dicembre, al termine delle audizioni del procuratore Lepore, dei due pm «ribelli» e dell’aggiunto Aldo De Chiara. Una seduta in cui si decise di interessare il Csm - il caso è finito alla settima commissione, che si occupa di problemi organizzativi e non disciplinari - per ottenere risposte sul braccio di ferro interno alla Procura, sulla gestione di un fascicolo stralcio ancora in via di definizione. Ma qual era il motivo dello scontro tra Lepore e i due sostituti? E cosa emerge dai verbali indirizzati al Csm, rimasti segreti fino alla seduta di lunedì scorso? Lo scontro nasce sulla gestione dell’inchiesta «rompiballe», sfociato la scorsa primavera in 25 arresti ai domiciliari a carico, tra gli altri, dell’ex ad di Impregilo Malvagna e della numero due della Protezione civile Marta Di Gennaro. È il 24 luglio scorso, quando in Procura si assiste alla frattura tra Lepore e i due pm: Sirleo e Noviello vogliono mandare a giudizio 33 indagati, tra cui Pansa e Bertolaso, ipotizzando i reati di truffa e traffico di rifiuti. Di diverso avviso, il procuratore Lepore (nel frattempo nominato dal governo Berlusconi procuratore regionale per far fronte all’emergenza rifiuti). Lepore decide di stralciare le posizioni di Pansa, Bertolaso, Catenacci e di altri quattro indagati, iscritti per ultimo nel fascicolo, per consentire a tutti gli stessi tempi difensivi. Una decisione che non piace. E che provoca lo strappo: i due pm, infatti, non ci stanno e non firmano la richiesta di processo per i restanti 25 indagati, che in questi mesi sono stati poi rinviati a giudizio dal gup Raffaele Piccirillo. Il caso finisce al Consiglio giudiziario e al Csm. Ora, l’ultima svolta. A chiedere la desegretazione dei verbali, in particolare, quelli di Movimenti riuniti e di Mi, più tre avvocati componenti del Consiglio. Contro: autorevoli esponenti del distretto, come Roberto D’Aiello e il pm anticamorra Raffaello Falcone. Dagli atti desegretati, emergono gli interventi dei due sostituti pg Massimo Galli e di Giuseppe Lucantonio. Entrambi sottolineano la mancata motivazione scritta della decisione di Lepore di stralciare i sette indagati. Entrambi parlano di revoca del fascicolo ai due titolari originari dell’inchiesta, a loro volta costretti a difendere autonomia e dignità professionale. Di altro avviso, invece, il procuratore generale Vincenzo Galgano che difende l’operato del capo dei pm Lepore.

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