«Termovalorizzatore al via anche senza i collaudi»

A Cernobbio l’annuncio di Berlusconi che conferma: inaugurazione il 26 «L’Impregilo temeva i giudici, ma la abbiamo convinta a consegnarci l’opera»
16 marzo 2009 - ad. pa.
Fonte: Il Mattino

«Abbiamo convinto i dirigenti a consegnare l’opera. E il 26 marzo andrò a Napoli per inaugurare il termovalorizzatore». Silvio Berlusconi, nel corso del suo intervento ieri al Forum di Cernobbio, conferma per giovedì della prossima settimana il taglio del nastro dell’impianto di Acerra. Alle 11 del mattino, molto probabilmente. Ma non è un mero annuncio quanto un assist che gli serve per denunciare «la situazione patologica in cui magistratura e opposizione sono contro tutto quello che si fa oltre ogni ragionevolezza». Cose che, secondo il Cavaliere, sarebbero avvenute anche per l’inceneritore di Acerra. Oltre a lungaggini burocratiche, soprattutto il fatto che alcuni dirigenti abbiano lavorato con addosso il timore di possibili azioni dei magistrati. Senza contare la prosecuzione dei lavori da parte dell’Impregilo solamente con propri fondi perché una parte sono stati sequestrati dai giudici napoletani nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del ciclo sui rifiuti e c’è, secondo l’ultima relazione di Bertolaso, un contenzioso con il governo per farsi riconoscere il pagamento di 15 milioni di euro. Senza contare la situazione campana nel maggio scorso quando nelle strade campane erano accumulate 35 mila tonnellate di rifiuti. Ma tutto, osserva il premier, è andato avanti nonostante queste difficoltà. «Il 26 marzo inaugurerò il termovalorizzatore a Napoli - ribadisce - ma la commissione che deve fornire i diversi certificati di collaudo non ha portato a termine i lavori. I dirigenti (dell’Impregilo, ndr) temono quello che potrebbero fare i giudici di Napoli», osserva Berlusconi. Poi continua e rassicura: «Ma noi li abbiamo convinti a consegnare lo stesso l’opera nonostante non gli siano stati erogati i fondi». Poi, rivolto agli iscritti alla Confcommercio, chiede: «Voi avreste continuato a lavorare se non fossero arrivati i soldi?». Un «nooo» secco è la scontata risposta arrivata dalla platea mentre il Cavaliere rincara la dose contro i giudici: «Non gli si può permettere di bloccare tutto, è una patologia del sistema». Nessun ritardo, quindi, nell’evoluzione delle operazioni di cantieristica e di prima sperimentazione all’impianto che gestirà poi la bresciana-milanese «A2A». Nell’attesa del taglio del nastro per il funzionamento della prima linea a cui assisteranno il premier e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, come confermano ieri anche fonti del commissariato. La prima tappa importante per chiudere, dopo 14 anni, la fase d’emergenza della gestione dei rifiuti in Campania. Poi entro il 31 dicembre si dovrebbe passare finalmente al regime ordinario. Intanto continua a suscitare accese polemiche la decisione del Comune di Napoli di aumentare, addirittura del 50%, la tassa per i rifiuti (Tarsu). A cominciare dalla Destra pronta a chiedere i danni: «Sul disastro rifiuti in Campania oltre al danno c’è la beffa. Perché a Napoli non solo non vi è stato il servizio di raccolta e pulizia, ma quelle scarse e sporadiche iniziative sono costate il triplo di quanto previsto nel bilancio comunale». Da qui la richiesta di risarcimento avanzata dal partito di Francesco Storace: «La giunta Iervolino, appoggiata e sostenuta dal governatore Bassolino, pretende che i soldi dei cittadini napoletani pareggino il deficit da loro creato e vara una manovra con un aumento di oltre il 40% della Tarsu. Ma a pagare in prima persona devono essere solo i responsabili del disastro».

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