Rifiuti «in house» per la differenziata e le tariffe ridotte
Gestione in house dei rifiuti, la maggioranza di Mondragone al banco di prova. Nel vertice di lunedì sera, gli esponenti dei partiti che sostengono l’amministrazione comunale, hanno evidenziato le singole posizioni in merito alla scelta da parte dell’ente di viale Margherita di individuare un sistema di gestione per la raccolta rifiuti a Mondragone. Se da una parte si è registrato il «no» del Pse (così come in consiglio comunale per la votazione della delibera di intenti), dall’altra è emerso il consenso parziale del gruppo di «Proposta democratica» e Udc, e la necessità degli esponenti di «Progetto democratico» di sedersi a un tavolo di concertazione per chiarire aspetti del piano industriale presentato e illustrato dall’assessore all’ambiente Mario Fusco. «La nostra è una posizione laica - spiega Michele Zannini, leader di Proposta democratica, il quale evidenzia anche la posizione nettamente contraria del consigliere Luigi Fusco - e cioè quella della ragionevolezza delle considerazioni tecniche ed economiche. In pratica, per noi conta che il servizio sia effettivamente qualificato, che si realizzi la differenziata al massimo livello e che questa sia porta a porta; e soprattutto che, contestualmente, consenta la riduzione delle tariffe, attualmente di misura eccessiva». Sulla stessa linea d’onda il gruppo consiliare dell’Udc. «Da un punto di visto politico, - dice Franco Petrella, leader locale del partito - non siamo d’accordo. Ma, se ci sarà un vantaggio per il Comune, i nostri quattro consiglieri voteranno a favore». Lascia intravedere un spiraglio di luce anche la posizione della lista «Proposta democratica». «Vogliamo che il sindaco - afferma Geremia Beatrice, coordinatore della civica - convochi il suo gruppo, affinché questa maggioranza possa apparire più coesa e compatta sull’argomento. Non siamo tanto convinti della gestione in house, avremmo preferito altre proposte». A ribadire, ancora una volta, il loro disappunto sono i socialisti. «Non vogliamo questa tipo di gestione - dichiara Giovanni Miraglia, segretario cittadino del Pse - e lo abbiamo già rappresentato più volte. L’«in house» è illegittima e non conveniente. L’assessore Fusco - continua - deve portare alla nostra attenzione almeno due proposte, così come prevede la normativa vigente».