«Trasformare la colmata? È un'improvvisazione»
28 febbraio 2009 - Carlo Franco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La misura è colma? No, è colmata. A parte la facile battuta, il modo con cui da dieci anni viene affrontata la questione della «bomba ecologica» che fece gridare allo scandalo il ministro Edo Ronchi che ne ordinò la rimozione è significativa del grado di farraginosità e di scollatura delle istituzioni napoletane.
Ne parliamo con il professore Benedetto Gravagnuolo, storico dell'architettura urbana, e il suo giudizio conforta la tesi: «A Napoli passiamo senza sconvolgimenti da una estrema rigidita delle regole («la colmata è una bomba, va spostata»), ad una improvvisazione che lascia stupefatti e autorizza giudizi fortemente critici. Io potrei dire l'avevo detto perché in tempi non sospetti avevo stigmatizzato la fortissima sperequazione tra i costi del trasferimento a Piombino o altrove e i benefici che sarebbero derivati alla città, ma oggi si impongono considerazioni di ordine politico complessivo che sono non meno importanti».
Quando parla di improvvisazione, professore, si riferisce alla decisione di trasformare la piattaforma nella piazza del Forum delle Culture?
«Certo a quello. Intendiamoci, la piazza potrebbe essere anche una soluzione accettabile, ma il modo con cui viene assunta, come si dice, ancor m'offende. Una volta che si prende atto che lo spostamento è sconveniente, infatti, bisognerebbe chiarire inanzitutto perché il pericolo non c'è più. Cosa è cambiato e perché? Al momento, l'unico dato positivo è che una parte dei fondi disponibili verrà impiegata per la bonifica dei fondali, ma non basta» E allora?
«Per una scelta che cambia radicalmente l'iter dell'operazione Bagnoli s'impone una riflessione corale, cioè un passaggio in Consiglio Comunale. È vero che i poteri delle giunte oggi sono quasi illimitati, ma una cosa del genere non può essere offerta alla città e ai suoi rappresentanti alla Sala dei Baroni come un fatto che non ha bisogno di essere spiegato. Va accettato e basta. Se c'è stato un civile ripensamento, insomma, s'impone un civile confronto nella sede deputata. Anche perché c'è dell'altro».
Cioè?
«Se grazie all'escamotage adottato la colmata non si sposta si potrebbero avere, a catena, altre ripercussioni. A partire dal porto canale che, tra l'altro, è stato già rimesso in discussione dal Tar. Anche per questa partita un chiarimento s'impone, stante l'opposizione sempre forte degli esperti che continuano a paventare il rischio dell'insabbiamento. In questa vicenda le contraddizioni sono laceranti e lasciano perplessi. Penso alla rinaturalizzazione della spiaggia di Coroglio e alla strada che trasformerà Nisida da isola in promontorio. Ce n'è per tutti i gusti, insomma, per non chiedere, come dire, un supplemento d'istruttoria».
Ritorniamo all'ipotesi di destinare la colmata a piazza del Forum delle Culture. Lei ha detto che potrebbe essere accettabile, che fa conferma?
«Confermo, ma invito tutti a guardarsi intorno. In Portogallo, sul mare di Oporto, sulla colmata sono state installate piscine di acqua marina realizzando un lido superattrezzato. A Palermo, invece, sono stati mesi a dimora splendidi giardini sul mare che è una soluzione che a me piace particolarmente. La piazza, dunque, ma anche altre ipotesi. Parliamone, di grazia, tenendo conto che il 2013 è dietro l'angolo e bisogna pedalare».
Quando parla di improvvisazione, professore, si riferisce alla decisione di trasformare la piattaforma nella piazza del Forum delle Culture?
«Certo a quello. Intendiamoci, la piazza potrebbe essere anche una soluzione accettabile, ma il modo con cui viene assunta, come si dice, ancor m'offende. Una volta che si prende atto che lo spostamento è sconveniente, infatti, bisognerebbe chiarire inanzitutto perché il pericolo non c'è più. Cosa è cambiato e perché? Al momento, l'unico dato positivo è che una parte dei fondi disponibili verrà impiegata per la bonifica dei fondali, ma non basta» E allora?
«Per una scelta che cambia radicalmente l'iter dell'operazione Bagnoli s'impone una riflessione corale, cioè un passaggio in Consiglio Comunale. È vero che i poteri delle giunte oggi sono quasi illimitati, ma una cosa del genere non può essere offerta alla città e ai suoi rappresentanti alla Sala dei Baroni come un fatto che non ha bisogno di essere spiegato. Va accettato e basta. Se c'è stato un civile ripensamento, insomma, s'impone un civile confronto nella sede deputata. Anche perché c'è dell'altro».
Cioè?
«Se grazie all'escamotage adottato la colmata non si sposta si potrebbero avere, a catena, altre ripercussioni. A partire dal porto canale che, tra l'altro, è stato già rimesso in discussione dal Tar. Anche per questa partita un chiarimento s'impone, stante l'opposizione sempre forte degli esperti che continuano a paventare il rischio dell'insabbiamento. In questa vicenda le contraddizioni sono laceranti e lasciano perplessi. Penso alla rinaturalizzazione della spiaggia di Coroglio e alla strada che trasformerà Nisida da isola in promontorio. Ce n'è per tutti i gusti, insomma, per non chiedere, come dire, un supplemento d'istruttoria».
Ritorniamo all'ipotesi di destinare la colmata a piazza del Forum delle Culture. Lei ha detto che potrebbe essere accettabile, che fa conferma?
«Confermo, ma invito tutti a guardarsi intorno. In Portogallo, sul mare di Oporto, sulla colmata sono state installate piscine di acqua marina realizzando un lido superattrezzato. A Palermo, invece, sono stati mesi a dimora splendidi giardini sul mare che è una soluzione che a me piace particolarmente. La piazza, dunque, ma anche altre ipotesi. Parliamone, di grazia, tenendo conto che il 2013 è dietro l'angolo e bisogna pedalare».