Perrotta indagato per falso e per aver procurato danni alle casse comunali Deve lasciare la cittadina

Rifiuti, divieto di dimora per il sindaco di Marano

I pm: ha aperto una discarica abusiva. «Non mi dimetto»
28 febbraio 2009 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

È accusato di aver realizzato una discarica abusiva di rifiuti. Così per Salvatore Perrotta, il sindaco di Marano in prima linea contro lo sversatoio di Chiaiano, è scattato il divieto di dimora. È quanto stabilito dalla Procura della Repubblica di Napoli nell’ambito di un’indagine coordinata dal pm Aldo De Chiara, procuratore aggiunto della sezione reati ambientali. Analogo provvedimento è stato adottato nei confronti del dirigente del Comune di Marano Francesco Buggè. Entrambi dovranno rispondere dei reati di abuso d’ufficio, falso ideologico in atti pubblici e appunto dell’apertura di una discarica non a norma. Il divieto di dimora è stato accolto con stupore e disappunto dallo stesso Perrotta che ha convocato per stamane una conferenza stampa alla rotonda Titanic dopo aver trascorso alcune ore con i suoi avvocati. Ieri ha incassato la solidarietà della giunta, che sta programmando iniziative in sua difesa. Il sindaco sembra deciso ad andare avanti anche se, fanno notare i suoi collaboratori, è oggettivamente difficile amministrare una città senza poter essere fisicamente presente. Ma come si arriva a questo epilogo? L’attività di indagine ha inizio l’anno scorso: il 19 gennaio del 2008 ignoti appiccano un incendio presso un’area di stoccaggio di immondizia concessa in fitto al Comune di Marano. Parte quindi un lavoro di acquisizione di atti e assunzione di informazioni attraverso attività ispettive e sopralluoghi. Si accerta, in questo modo, che il sito di via Cupa dei Cani è stato destinato dall’amministrazione allo stoccaggio dei rifiuti (mentre in Campania infuriava l’emergenza) senza i necessari e obbligatori pareri degli organi tecnici e sanitari. Da qui i provvedimenti della Procura: il Comune, sostiene a tal proposito il pm De Chiara, «disponendo l’occupazione dell’area per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti, con ordinanze adottate in assenza dei preventivi obbligatori pareri degli organi tecnici, nonché attesa l’assoluta non idoneità per l’uso come rilevato dai tecnici dell’Arpac, ha di fatto consentito l’apertura di una discarica abusiva con pericolo di grave danno per l’ambiente». Di conseguenza l’area è stata posta sotto sequestro. Perrotta e Buggè sono accusati, inoltre, di aver provocato un danno alle casse comunali. Lo spazio utilizzato per la realizzazione della discarica, si legge nella nota della Procura, è diverso rispetto a quello visionato dai tecnici dell’Arpac, a seguito di una richiesta da parte dello stesso ente. Secondo l’accusa Perrotta e Buggè avrebbero avvantaggiato Gennaro Liccardo che inizialmente non aveva la titolarità dell’area, il tutto senza informare il legittimo proprietario. Anzi, dice la Procura, «prevedendo il versamento di un canone mensile pari a 7mila euro in favore di Liccardo a fronte di un canone dallo stesso pattuito con il legittimo proprietario pari a 300 euro con ingente danno alle casse comunali». «L’area - sottolineano i magistrati - è risultata acquistata da Liccardo solo nel giugno 2007 e per una somma di poco superiore a quella mensilmente a lui versata dal Comune di Marano per l’occupazione». Al fianco di Perrotta si schierano, invece, i comitati che da mesi si battono in difesa delle cave dell’area nord: «Non si tratta di una discarica abusiva ma semplicemente del sito di trasferenza del Comune di Marano, già bloccato da mesi per problemi con il sistema antincendio. Questo ci sembra un clamoroso provvedimento a orologeria verso il sindaco per il suo impegno contro la discarica nella cava del Poligono». Violente le accuse nei confronti della Procura: «È incredibile che si dimostri così severa in questo caso e così “timida” per mille casi più gravi - tuonano i manifestanti - Un esempio su tutti, quello del sito di trasferenza del Comune di Napoli, che si trova in mezzo ai container della benzina ed è tenuto in condizioni peggiori di quello di Marano, come denunciarono già un anno fa i Media indipendenti napoletani. Ebbene è ancora in funzione e non ci risulta che il sindaco Rosa Russo Iervolino abbia subito alcun provvedimento interdittivo. Ma noi continuiamo a resistere e rilanciamo - annunciano - la manifestazione del 7 aprile contro la discarica e per un altro piano rifiuti».

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