Campania, scoperto traffico illecito dei rifiuti. L'attività di smaltimento gestita dai Casalesi
Dopo complesse indagini, ecco che arrivano le prove: per non pagare lo smaltimento dei rifiuti, sversavano abusivamente su terreni agricoli, simulando anche un'attività di compostaggio. La scoperta è stata fatta dai carabinieri del Nucleo Tutela Ambientale di Roma e dal reparto territoriale di Aversa.
L`associazione camorristica era dedita al traffico illecito di rifiuti e alla commissione di delitti contro la persona ed il patrimonio: arrestata una persona, Giorgio Marano, indicato come un esponente di primo piano del clan dei Casalesi .
Sette gli indagati. Nei terreni, tre vasti appezzamenti di area agricola ad Aversa, in provincia di Caserta, ora sotto sequestro, c'è sversato di tutto: la maggior parte, fanghi di depurazione.
E' stato calcolato che grazie a questa operazione,il clan ha guadagnato illecitamente circa 400.000 euro per un quantitativo di oltre 8.000 tonnellate di rifiuti.
Grazie a complesse indagini e intercettazioni telefoniche, sono state raggiunte prove concrete sul coinvolgimento di clan della camorra nello smaltimento illegale dei rifiuti. E' quanto sottolineano gli investigatori dei carabinieri che hanno portato a termine nel Casertano l'operazione che hanno chiamato 'Ecoboss'.
I reati ipotizzati sono quelli di concorso in attività organizzata per traffico illecito di rifiuti e truffa aggravata ai danni del Commissario di Governo per l'Emergenza Rifiuti, della Regione Campania e degli Enti locali interessati alla raccolta e allo smaltimento di rifiuti.
“L 'attività degli eco-criminali è un'azione vigliacca e aggressiva che sta sempre più distruggendo il territorio, e mettendo a grave rischio la salute dei cittadini. Una vera e propria holding criminale composta da uomini legati ai clan della camorra, da pseudo-imprenditori, da politici e funzionari pubblici corrotti che in decenni hanno fatto della Campania , la pattumiera dell' Italia, il territorio privilegiato per trasformare la monezza in oro – è questa la dura nota di Peppe Ruggiero, tra i curatori del rapporto Ecomafia di Legambiente -un vero affare con cifre e numeri da capogiro quello della Rifiuti S.P.A con oltre 600 milioni di euro all'anno il giro d' affari, circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni tipo sversati illegalmente negli ultimi tre anni”.
Da quando è entrato in vigore il reato di “organizzazione di traffico illecito di rifiuti”, quasi il 35% dei traffici di rifiuti illeciti accertati in Italia si concentra in Campania.
"Questa fatto però non può costituire un alibi nei confronti di altri personaggi che hanno le loro responsabilità - sottolinea il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore - i rifiuti, fanghi e acque reflue di depuratori, in gran parte provenienti dalla Lombardia ma anche da Porto Marghera, sono stati interrati dalla camorra nel casertano con la complicità di altri soggetti, anche figure istituzionali". "Così come è falso pensare al mito della camorra che protegge il proprio territorio - spiega il pm Raffaello Falcone - proprio questa inchiesta mostra il contrario, con terreni discarica di sostanze anche tossiche nel cuore della zona controllata dal clan dei casalesi".