Tre incendi a Chiaiano si sospetta il sabotaggio
Tre incendi in pochi istanti all’esterno della discarica di Chiaiano e spunta l’ombra del sabotaggio. È accaduto nella prima mattinata di ieri, quando è scattato l’allarme per alcuni focolai di fiamme a poche decine di metri dallo sversatoio. La notizia dell’improvvisa emergenza è arrivata immediatamente ai vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto con due squadre, affiancati da una squadra del Corpo forestale. Il primo obiettivo è stato di circoscrivere i roghi per evitare che il forte vento potesse ampliare l’area coinvolta. Una missione che, faticosamente e non senza imprevisti, è comunque riuscita. A quel punto i pompieri si sono dedicati allo spegnimento degli incendi, che hanno interessato complessivamente circa cinquanta metri quadrati: le operazioni sono andate avanti per alcune ore, ostacolate dalle avverse condizioni atmosferiche. Poi la situazione è tornata alla normalità. In ogni caso le fiamme non hanno intaccato l’attività dello sversatoio che è continuata regolarmente, monitorata come sempre 24 ore su 24 da un sistema di videosorveglianza, come fa sapere la struttura del sottosegretario all’emergenza rifiuti: «Lo spegnimento del principio d’incendio e la messa in sicurezza della zona - hanno spiegato i collaboratori di Guido Bertolaso - sono stati possibili grazie anche alla presenza, su quel territorio, delle componenti istituzionali. All’interno del sito di Chiaiano non è stato registrato alcun focolaio d’incendio, come si può facilmente evincere dalle due webcam attive giorno e notte e visionabili sul sito www.emergenzarifiuticampania.it». Ma in che modo si sono sviluppate le fiamme? Per il momento si sa solo che hanno riguardato alcune sterpaglie e che ciò è avvenuto a una certa distanza dalla cava e dall’area controllata dalle forze dell’ordine e dall’Esercito. Quanto alle cause, sono in corso le indagini per ricostruire nei minimi dettagli la vicenda ed accertare eventuali responsabilità: non potendo trattarsi di un’autocombustione, considerate le condizioni climatiche, gli investigatori propendono per il dolo oppure per l’accidentalità. Tuttavia sul luogo dove è divampato l’incendio i vigili del fuoco e gli investigatori non hanno ritrovato nulla che possa far pensare a un rogo doloso «ma - fa notare un pompiere - è difficile quando si verifica un incendio riuscire a trovare tracce di un eventuale attentato». L’elemento che fa riflettere gli inquirenti è soprattutto uno: la vicinanza - poche decine di metri - con la nuova discarica. Non si esclude, dunque, che si sia trattato di un attentato dimostrativo da parte di chi si oppone al funzionamento del sito. Pesano, infatti, numerosi precedenti: quando era ancora in allestimento lo sversatoio ci furono una dozzina di attentati con lancio di bombolette di gas da campeggio contro polizia ed Esercito. Le verifiche degli investigatori puntano proprio a chiarire se le fiamme siano state casuali, magari provocate da un’attività di rimboschimento da parte dei contadini della zona, oppure se si sia trattato di un rogo doloso con un movente ben preciso: mettere a rischio l’attività della discarica. Intanto i manifestanti hanno chiesto e ottenuto un rinvio di qualche giorno dell’udienza davanti al Tar del Lazio per il ricorso contro l’apertura dello sversatoio.