Il gip: falsi furti per coprire gli affari illeciti

Secondo l’accusa esisteva un piano prestabilito per garantire alla Spa presunti proventi truffaldini
26 febbraio 2009 - Antonella Barone
Fonte: Il Mattino Caserta

Non sarebbero stati solo falsificati i Fir, i formulari di identificazione dei rifiuti, con l'indicazione di rifiuti mai raccolti e attraverso l'alterazione del peso, ma i dirigenti dell'Aser, secondo quanto emerge dalla ricostruzione degli inquirenti, avrebbero anche «predeterminato in astratto una strategia illecita per far fronte a ogni evenienza, che anche temporaneamente impedisse il raggiungimento del fine comune e cioè l'arricchimento legato all'attività sociale». Così viene considerato dal gip Vincenzo di Florio l'accordo intercorso tra i vertici dell'Aser per presentare una falsa denuncia di furto di rifiuti ai carabinieri di Pontecagnano e anche la successiva denuncia del rinvenimento del materiale. È quanto emerge da diverse intercettazioni telefoniche dell'inzio dello scorso anno. L'intera vicenda ha inizio a seguito di una telefonata all'Aser da parte di un dirigente del Consorzio «Re Media», che chiedeva notizie in merito al ritiro di 450 chilogrammi circa di condizionatori, compiuto per conto di «Sistema Italia». Una richiesta avanzata in quanto il cliente, la Samsung voleva sapere esattamente le modalità di smaltimento di quel materiale. A rispondere per l'Aser si sono alternati a telefono prima Marco Ugatti, direttore tecnico dell'Aser e poi Erasmo Venosi, responsabile logistico e del personale. Dalla società affermavano che quei condizionatori erano stati smontati e trattati ed erano ne erano rimasti solo due massimo tre, rinviando quindi l'interlocutore al giorno successivo per l'eventuale individuazione dei numeri identificativi dei condizionatori. Ma ecco che l'indomani viene intercettata un'altra telefonata tra Raffaele Rinaldi, direttore generale dell'Aser e Marco Ugatti, in cui si parla di fare una denuncia di furto di quei condizionatori ai carabinieri. Poche ore dopo è Ugatti che telefona a Rinaldi per leggergli la lettera da inviare sia ai carabinieri che al comando dei vigili. «Il giorno 28/02/2008 a seguito di un sopralluogo per verificare la giacenza di circa 450 chilogrammi di condizionatori... e che dovevano essere trattati in altro centro di trattamento come da accordi con il consorzio... il sopralluogo ha evidenziato l'assenza di parte di materiale precisamente di circa 90 chilogrammi..». Viene intercettata poi una successive telefonate tra Rinaldi e Venosi. «... Io gli ho detto tranquillamente che quello che non c'era era stato trattato», afferma Venosi, facendo riferimento alla conversazione del giorno precedente con dirigente del Consorzio «Re Media». Pronta la risposta di Rinaldi: «Ah era stato trattato e noi non lo potevamo trattare. Giusto». Ma Venosi cerca di giustificarsi: «E io non lo sapevo e tu lo sai. E non lo sapevo nè io nè Marco». Ma il direttore generale dell'Aser li rimprovera: «...Ma le lettere che arrivano ve le leggete o no?». Probabilmente, coem emerge dal tenore delle telefonate quella falsa denuncia era stata presentata perchè quei condizionatori non potevano essere trattati dall'Aser. Poi però da una diverse altre intercettazioni emerge la decisione di ritirare la denuncia o di cambiare versione, affermando che il materiale era stato ritrovato. Il gip Di Florio considera quell'episodio significativo e nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari scrive: «Le varie telefonate intercorse per la simulazione del reato ...dal loro generale tenore, ma soprattutto dalla immediata e concordata decisione di procedere alla falsa denuncia di smarrimento delle apparecchiature di cui veniva chiesta certificazione di smaltimento, può dedursi come i responsabili della società Aser avessero preventivamente e genericamente predeterminato una strategia illecita».

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