Saba, arriva lo stop all’interdittiva antimafia
Il primo round davanti al Tar della Campania se lo aggiudica la Saba. Ieri infatti i giudici della prima sezione (presidente Antonio Guida, Fabio Donadono estensore, Michele Buonauro referendario) hanno accolto, in via incidentale, la richiesta di sospensiva del provvedimento di interdittiva antimafia emesso dalla prefettura di Napoli nei confronti della Ecologia Saba spa. Sull’argomento il Tar ha emesso due distinte ordinanze, relative la prima al procedimento aperto tra l’azienda e il comune di Casalnuovo (nel Napoletano), la seconda riguardante un analogo fascicolo relativo al comune di Arzano e alla prefettura di Napoli. In entrambi i casi i giudici amministrativi hanno chiesto un supplemento istruttorio (il deposito di altri documenti) fissando per il prossimo 22 aprile la trattazione dell’udienza di merito; nelle more, il Tar ha stabilito la sospensione del provvedimento di interdittiva. Dunque, per effetto della decisione del tribunale amministrativo della Campania, la Saba può riprendere il servizio in tutte quelle amministrazioni pubbliche (inclusa quella di Caserta) dove l’appalto sia stato interrotto. «Premesso che l’amministrazione resistente ha l’onere di depositare in giudizio gli atti impugnati e tutti gli atti e documenti in base ai quali gli atti impugnati sono emanati - scrivono i giudici della prima sezione del Tar Campania - e ritenuto che va disposto il deposito da parte della Prefettura di Napoli di tutti gli atti e documenti in base ai quali sono stati emanati gli atti impugnati, in base alla documentazione disponibile agli atti di causa, le doglianze appaiono sorrette da sufficiente ”fumus boni iuris”. Considerato che la causa va decisa nel merito, da trattare in una prossima udienza, con sospensione nelle more dell’atto di revoca impugnato, il Tribunale amministrativo regionale della Campania, sospende nelle more l’atto impugnato». «È ovvio che la giustizia deve fare il suo corso - ha commentato il sindaco Petteruti - siamo infatti di fronte soltanto a un provvedimento di sospensiva ma è comunque una tappa importante e positiva. È nostro interesse proseguire il rapporto con questa società anche in presenza dei buoni risultati sinora conseguiti». Dunque la soluzione della vicenda è rinviata di almeno un paio di mesi sancendo per ora un primo stop a una questione che non ha mancato di produrre effetti negativi sul servizio di raccolta rifiuti in città. Ciò in seguito alla decisione, in via cautelativa e in ossequio al protocollo di legalità, adottata dal Comune di Caserta di sospendere, a inizio mese, il contratto stipulato con la Saba (per un importo di circa 60 milioni di euro) a causa del provvedimento di interdittiva antimafia notificato all’azienda. La situazione ha poi determinato, a cascata, la conseguente sospensione dei canoni dovuti dal Comune alla ditta e il mancato pagamento degli stipendi da parte di quest’ultima ai 175 dipendenti. Una situazione esplosa la scorsa settimana con l’invio, da parte del commissariato di governo (su richiesta del Comune di Caserta), di un’altra impresa, la Igica di Caivano, per sgomberare le oltre 250 tonnellate di immondizia rimasta in strada. Tutto risolto? No, in quanto l’arrivo di un’altra azienda ha scatenato la protesta dei dipendenti della Saba che hanno persino impedito ai loro colleghi di lavorare. Poi un accordo tra il Comune e i lavoratori per il pagamento di una parte delle somme vantate e l’intesa raggiunta fra le maestranze per ripulire la città. Da qualche giorno è ripresa anche la raccolta differenziata, presto però arriverà dalla struttura del sottosegretario anche il conto: l’intervento della Igica infatti è stato autorizzato «in danno» all’ente comunale.