Truffa sui rifiuti con il trucco della bilancia
Traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi e tentata truffa e falso nei confronti degli enti pubblici. Con queste accuse all’alba di ieri quattro persone sono finite agli arresti domiciliari: si tratta di dirigenti della società Aser di Pontecagnano Faiano. Per altre quattordici persone (undici delle quali dipendenti a vario titolo della stessa società, due dipendenti del Consorzio di bacino Sa2 e un impiegato della cooperativa Il Leccio di Salerno, in forza alla Aser) è invece stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tre dipendenti comunali e un incaricato del servizio pubblico (rispettivamente di Vietri sul Mare, Tramonti e Albanella) sono invece stati sospesi dal servizio per due mesi. Altre sei persone, pur restando nelle loro funzioni, risultano iscritte nel registro degli indagati: si tratta di quattro dipendenti del Comune di Acerno, uno di Positano e un altro in servizio presso il Comune di Scala. Sigilli anche all’impianto di Pontecagnano. Su richiesta del sostituto procuratore di Salerno, Angelo Frattini, il gip Vincenzo Di Florio ha difatti emesso anche la misura cautelare di sequestro preventivo dell’intera area aziendale e delle rispettive attrezzature. In particolare di tre autocarri utilizzati per le attività illecite, il tutto per un valore di otto milioni di euro. Secondo quanto appurato dai militari del Nucleo operativo ecologico di Salerno, diretti dal maggiore Giovanni Caturano e dal luogotenente Giuseppe Recchimuzzi, i responsabili dell’affaire in soli due mesi avrebbero portato a segno ben 31 operazioni illecite in materia di raccolta dei rifiuti speciali e pericolosi per un importo di 15mila euro euro. In pratica falsificavano le operazioni di pesa dei rifiuti in modo da incassare più soldi dai Comuni. Con questi accorgimenti, nel periodo compreso tra luglio 2007 e agosto 2008, la Aser avrebbe gestito un traffico illecito per circa 3000 tonnellate per un profitto stimato in circa un milione e mezzo di euro. Gestivano, difatti, la raccolta dei rifiuti ingombranti e durevoli dei Comuni con una autorizzazione scaduta da giugno 2007. Agli arresti domiciliari finiscono i massimi dirigenti della Aser, una società compartecipata con il Consorzio Sa2 (che detiene il 51% delle quote). Si tratta dell’amministratore unico Giorgio Ruggiero; del direttore generale Raffaele Rinaldi; del direttore tecnico Marco Ugatti; del responsabile del personale Erasmo Venusi. Le operazioni di truffa, portate alla luce dai carabinieri del Noe nell’ambito dell’«Operazione Resa» sarebbero state consumate all’interno dello stesso impianto della società, di qui la necessità di porre l’area a sequestro giudiziario: per ottenere la maggiorazione del peso dei rifiuti in ingresso all’impianto, i dirigenti autorizzavano (con la complicità di alcuni dipendenti) diversi espedienti fraudolenti per aumentare il peso dei rifiuti. Le carte, falsificate, venivano poi portate ai Comuni dove i dipendenti complici firmavano le autorizzazioni ai pagamenti senza controllare l’effettiva resa dei rifiuti. I carabinieri per oltre un anno hanno tenuto l’azienda sotto osservazione avvalendosi di sofisticate apparecchiature e di telecamere che hanno ripreso le operazioni illecite di pesa. Quindi hanno tenuto molti dei soggetti indagati sotto intercettazione telefonica e ambientale. Secco il commendo di Legambiente. «Questa operazione del Noe - si legge in una nota a firma di Michele Buonomo, presidente campano - è una ulteriore conferma dell’importanza dell’uso delle intercettazioni nella lotta all'ecomafia. Anche in questo caso il traffico illecito è stato stroncato grazie all’uso delle intercettazioni telefoniche. Per questo che chiediamo ai deputati campani di attivarsi affinché venga modificato il decreto Alfano: il limite di 10 anni per le intercettazioni telefoniche è di fatto un regalo per la criminalità ambientale e per la ”rifiuti spa” ed è veleno per la nostra regione».