Venti giorni fa la decisione sull’attività dell’impianto Riesplode la polemica nominato un consulente

Dietrofront del Tar riapre l’Eurocompost

Concesso all’azienda il diritto di smaltire le sostanze in giacenza
25 febbraio 2009 - Alessandra Tommasino
Fonte: Il Mattino Caserta

L’Eurocompost riapre e l’entusiasmo dello scorso 5 febbraio, data in cui il Tar aveva rigettato la sospensiva dell’ordinanza di chiusura per il sito che produce concimi da biocompostaggio, cede il passo all’indignazione generale. L’azienda, al centro di un estenuante braccio di ferro fra i cittadini e i titolari, dopo essere stata chiusa lo scorso settembre per l’inadempienza alla normativa vigente in campo urbanistico ed ambientale, ha riaperto grazie a un decreto presidenziale del Tar. La ripresa delle attività è stata concessa per smaltire la materia prima in giacenza, pollina e frazione umida dei rifiuti. Secondo quanto stabilito dal tribunale napoletano, la fabbrica (sotto i riflettori per i miasmi che emetterebbe rendendo irrespirabile l’aria di Orta di Atella e dei paesi limitrofi) resterà aperta sicuramente per più di tre mesi. All’Eurocompost per lo smaltimento della materia stoccata, l’Asl aveva concesso 125 giorni. Ma prima che il Tar si pronunciasse sulla sospensiva dell’ordinanza comunale di chiusura, l’azienda aveva riaperto per 25 giorni. Ora ne resterebbero cento. Fino a che il sito cesserà il processo quanto passerà ancora? Perché, è pur vero che nel decreto si chiede che la lavorazione avvenga senza interruzioni ma se, sempre come dettato dalla disposizione del Tar, il ciclo produttivo dovrà avvenire necessariamente alla presenza del controllo continuo e diretto dell’Asl, ci saranno davvero le condizioni per poter operare anche nei giorni festivi e prefestivi? Insomma, non è escluso che l’azienda, in un modo o nell’altro, riesca a restare aperta fino al prossimo due luglio, data dell’udienza pubblica per la trattazione nel merito. Imperversa intanto la polemica. «Se prima il Tar decide di non consentire la riapertura per l’inadeguatezza degli impianti tenuti ad abbattere l’inquinamento e se - si chiedono i tecnici comunali - nella conferenza dei servizi, svoltasi appena qualche giorno fa in Regione Arpac, Provincia, Comune e associazioni si sono espresse unanimemente contro l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, adesso perché consentire la riapertura?». Confusi i cittadini. «Questa scelta è infelice - sostengono gli attivisti del comitato civico Orta nuova - E cosa dire poi - si lamentano - del cattivo odore che già comincia a infestare il nostro paese?». Ieri, giorno di riapertura e vittoria provvisoria per l’azienda, nei locali della società è stato effettuato un sopralluogo congiunto da parte dell’Unità operativa di prevenzione collettiva dell’Asl Ce 2, del Comune, dell’Arpac e della Provincia, oltre che dei legali e dei tecnici nominati dall’azienda e della consulente nominata dal Tar, Maria Triassi, direttrice del dipartimento assistenziale di Igiene ospedaliera, medicina del lavoro e comunità dell’università di Napoli Federico II.

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