Sedici anni di veleni e polemiche «Bomba ecologica da disinnescare»

Nel 2007 l’intesa per avviare il risanamento I lavori secondo il protocollo siglato dovevano cominciare a ottobre scorso
24 febbraio 2009
Fonte: Il Mattino

L’accordo per la rimozione della colmata a mare, disatteso per mancanza di fondi, risale a dicembre del 2007. All’epoca ministro dell’ambiente era Alfonso Pecoraro Scanio e l’operazione valeva un miliardo di euro di cui 288 a favore di Bagnoli (la restante parte a Piombino che doveva accogliere il materale di risulta della colmata) ai quali la Regione ha aggiunto altri quasi cento milioni per arrivare a 375, la cifra necessaria per rimuovere la colmata. L’accordo porta la firma di Pecoraro Scanio che erogò i fondi, del sindaco e del presidente della Regione. A ottobre dell’anno scorso era prevista la prima picconata per la rimozione della colmata. Naturalmente non se ne è fatto nulla. Almeno fino ad ora. La colmata, realizzata negli anni ’60 per creare maggiori spazi operativi alle attività industriali dell’Italsider, si sviluppa nel tratto mediano del litorale, tra l’isola di Nisida e la località Pietra. Le attività industriali sono cessate definitivamente nel 1991. Da allora è stata messa in sicurezza, ma occorre fare di più perché è una enorme scatola che contiene veleni. Se dovesse cedere inquinarebbe il tratto di mare tra Napoli e Ischia per i prossimi 30 anni. Un primo intervento di messa in sicurezza d’emergenza è stato effettuato dalla Bagnolifutura con la realizzazione di un sistema di emungimento e ricarica delle acque di falda, che si oppone al naturale deflusso da terra verso mare, completato quindi con l’impermeabilizzazione di tutta la superficie della colmata. La colmata ha una superficie di circa 240mila metri quadrati.

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