Bagnoli, la Regione si riprende i fondi degli «studios» per il cinema

Un altro dei progetti previsti sembra destinato al dimenticatoio. E la colmata: resta non ci sono soldi
24 febbraio 2009 - Paolo Cuozzo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

La Regione Campania si è ripresa i circa 20 milioni di euro destinati alla realizzazione dei «Napoli Studios» televisivi di Bagnoli. L'assessore al Turismo e a Beni culturali, Claudio Velardi, ha deciso di dirottare i fondi di competenza del suo assessorato su altri interventi «in grado - dice -di creare una reale ricaduta turistica sul territorio». Ma non è la sola brutta notizia sul futuro dell'ex area industriale comunicata dal vicesindaco Tino Santangelo, ieri, lunedì, durante l'audizione in commissione di vigilanza sulla Bagnolifutura: anche i soldi destinati alla rimozione della colmata, infatti, non sono più disponibili. O, meglio, esistono solo 43 milioni dei 175 previsti dal ministero dell'Ambiente per la rimozione. Ma andiamo per ordine. E partiamo dagli Studios. Santangelo è stato chiaro: «I soldi? Il nuovo assessore ha spostato i fondi su altre voci. Stiamo cercando di capire come recuperarli, ma al momento il cantiere non si apre perché non ci sono i soldi». Parole che aprono un nuovo fronte polemico tra Comune e Regione. Quindi, la colmata. Il vice della Iervolino ha confermato quello che, in pratica, tutti pensano da tempo: e cioè che da lì, almeno fino al 2013, non si muoverà. «Ci avevano detto qualche mese fa che i fondi per rimuoverla erano stati fortemente ridotti - ha spiegato Santangelo -. Ho scritto una lettera al provveditore alle opere pubbliche, Carlea. Il quale mi ha risposto confermandomi che dei 175 milioni previsti ce ne sono solo 43. Una cifra sufficiente solo a mettere in sicurezza e rendere balneabile il lato destro e il lato sinistro delle spiagge. Del resto, il mio terrore era che cominciassimo a lavorare sulla colmata ma che poi non avremmo concluso i lavori. E aprire una scatola, con quei veleni, di fronte alle aree dove sorgeranno gli alberghi, sarebbe stato pericoloso perché non avremmo più venduto i suoli. Lo stato dell'arte è questo. Perciò, ai fini del Forum delle Culture del 2013, la colmata non viene tolta. Diciamo che potrebbe essere utilizzata come la grande piazza del Forum». Tramonterebbe così anche l'idea del porto canale, la cui realizzazione è collegata alla rimozione della colmata. Ovviamente, la rabbia di Palazzo San Giacomo e della Bagnolifutura, sopratutto per la revoca dei finanziamenti destinati agli Studios, è tanta. L'intesa era infatti frutto di un accordo di programma firmato sopratutto dal presidente della Regione, Antonio Bassolino, e voluto dal predecessore di Velardi, Marco Di Lello. «I progetti ci sono, la selezione delle imprese è stata fatta, la soprintendenza ci ha dato l'ok dopo otto mesi e saremmo pronti ad aprire il cantieri anche domattina. Ma senza soldi non si fa nulla», spiega Mario Hubler, direttore generale della Bagnolifutura. L'accordo tra Regione, Comune di Napoli e Bagnolifutura fu firmato a novembre del 2006 e prevedeva che la Bagnolifutura ci mettesse il bene, cioè il capannone dell'ex Officina meccanica dell'Italsider, e che la Regione finanziasse i lavori con 22 milioni dei Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate), quelli dell'accordo di programma quadro Turismo-Beni culturali 2005. Dopodiché, la Filmcommission (sempre della Regione) avrebbe gestito per 15 anni gli Studios. Invece non se ne farà più nulla. Stesso discorso per la colmata, che a questo punto rimarrà dov'è. «Presto - ha poi annunciato il vicesindaco - arriverà in giunta il cambio di destinazione d'uso per le cubature a Bagnoli: più case e meno uffici. Ci saranno 635 metri cubi in luogo delle 400 mila previste, a discapito degli uffici». Il Comune ritiene infine inammissibile il ricorso presentato (e accolto) al Tar dal cittadino di Bagnoli contro il Pua: «La persona che ha fatto ricorso ha dichiarato di essere residente a Bagnoli, lui però abita in via Illiano, che è all'opposto della zona di interesse del Pua e quindi i suoi diritti non vengono lesi».

 

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