In ventimila con Grillo per il giorno del rifiuto

Il comico attacca tutti: napoletani ribellatevi, dovete indire un referendum e chiedere l’indipendenza

24 febbraio 2008 - Paola Perez
Fonte: Il Mattino Napoli

Benvenuti a Napoli (P)Est «E figuriamoci se sapeva pure palleggiare». Così qualcuno commenta il tifo da stadio che accompagna l’arrivo di Beppe Grillo in piazza Dante, dove migliaia di giovani lo aspettano fin dal mattino per celebrare il «Giorno del rifiuto». Sul palco salirà alle 21.30, ma quattro ore prima il comico genovese convoca una conferenza stampa nel convitto Vittorio Emanuele per anticipare il messaggio davanti a 160 giornalisti e alle blasonate telecamere Bbc e Cnn. «Non ho scelto io Napoli, è Napoli che ha scelto me». E da qui parte la sua campagna non elettorale: «A votare non ci vado e ne sono orgoglioso. Come posso scegliere tra due schieramenti che hanno lo stesso programma, costruire inceneritori e realizzare la Tav? Dovrei eleggere lo Psico Nano perché si è fatto i capelli rossi e porta i tacchi alti o Topo Gigio perché ha gli occhiali?». Lui non si candida, però.

"Antipolitici" in festa tra frittate e canzoni<br> Sul palco Franca Rame, Alex Zanotelli e i tecnici<br> Sperimentato il sistema di "riciclo globale" (Maria Giovanna Capone)
Volantini e manifesti di carta riciclata. Barattoli di latta dove riporre le cicche di sigaretta. Scatoloni per la differenziata e con il materiale raccolto, i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti creano sul posto quadri e sculture perché «tutto si riutilizza». Per dodici ore, piazza Dante si trasforma in un luogo virtuoso, «un modello che facilmente potrebbe essere applicato in altri quartieri, perché la coscienza ecologica dei napoletani è più sviluppata di quello che si crede». E i grillini hanno curato tutto nei particolari, pur di mostrare alle telecamere della stampa internazionale un’altra Napoli «quella che vuole fare qualcosa di concreto». Anche il catering per gli artisti è autogestito: gateau, frittate e torte salate preparati dai ragazzi del Meetup napoletano e che Grillo stesso mangerà di gusto. Quando le campane rintoccano mezzogiorno, saranno un migliaio in piazza. Artisti di strada e volontari, si mescolano a mamme con i passeggini e bambini in bicicletta. Alcuni anziani si avvicinano al palco e chiedono «Ma che succede?». I ragazzi del Meetup gli spiegano del problema rifiuti, chi ne ha colpa e le strategie da attuare. Hanno convinto anche loro, che partecipano applaudendo gli artisti, da Peppe Lanzetta, che declama versi polemici e graffianti, alle note melodiche di Nello Daniele accompagnato per l’occasione da Baccini e Povia, e ascoltando con attenzione gli scienziati che si avvicendano sul palco. Ma la maggior parte della gente è lì per Grillo che arriva tra la folla festante poco dopo le diciassette e l’attraversa gridando «Sono venuto a chiedervi scusa». Scende la notte e la piazza si riempie, Tra la gente grillini di tutta Italia e un folto gruppo di Pianura che indossa la t-shirt contro la discarica. Dopo Grillo la parola va a Franca Rame, all’oncologa Patrizia Gentilini, ad Alex Zanotelli e Maurizio Pallante, consulente del ministero dell’Ambiente. La musica riprende dopo un paio di ore, con Bennato, La Famiglia, Gragnaniello e Capone&BungtBangt che suggellano «La giornata del rifiuto» con i loro strumenti musicali realizzati con materiale riciclato.
Il cambiamento verrà realizzato in quattro o cinque anni: niente partiti né leader ma liste civiche, prima alle comunali, poi alle regionali, poi al Parlamento. I giovani blogger sono pronti a lanciare la sfida. Curriculum e progetti finiranno in Rete, per la massima trasparenza. E un po’ alla volta la nuova classe dirigente spingerà fuori quella vecchia. Il sorriso è amaro, le parole viaggiano dal tono sottile del monologo a quello vibrante del comizio. L’emergenza rifiuti, dice Grillo, «è stata provocata a tavolino per sbloccare i contributi Cip6 e finanziare l’inceneritore. La camorra non c’entra, ha svolto solo un ruolo di manovalanza. Come difendersi? È semplice: non pagate quel sette per cento della bolletta Enel che verrebbe destinata all’impianto». Le frecce più appuntite colpiscono Veronesi, «sponsor del cancro perché sostenuto dalla Veolia», società francese che costruisce i termovalorizzatori. Ma ce n’è per tutti. Berlusconi «ha cambiato la legge elettorale con un golpe», Prodi «non ha rimosso la classe dirigente locale», Casini «parla di federalismo nucleare: roba da matti», la Iervolino «non ha preso provvedimenti per tutelare la salute dei cittadini», l’ex ministro della Giustizia viene tirato in gioco con una battuta: «In quelle ecoballe potreste trovarci di tutto, anche Mastella». A nome dei colpevoli del disastro, giornalisti compresi («linoleum dei politici che nascondono la verità»), Grillo chiede scusa a Napoli e ai napoletani. Ancora una volta, dice, «da sudditi vi hanno fatto diventare briganti. Così sono arrivati pure i manganelli, non quelli del G8 di Genova che colpivano nel mucchio, ma quelli di Ariano Irpino e di Pianura, pronti ad abbattersi sulla gente con le mani alzate». Poi l’invito alla ribellione e all’indipendenza: basta un referendum, l’esempio del Kosovo è a due passi. In piazza è festa, si avvicina mezzanotte. Ma c’è ancora tempo per declamare, dal palco, una lettera del magistrato Luigi De Magistris che denuncia «minacce e intimidazioni» nelle inchieste sui rifiuti. E c’è ancora tempo per un duetto con Edoardo Bennato, Grillo alle tastiere, sul ritornello «Int’a sta città nun se salva nisciuno».

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