Convenzione per l’area orientale una sentenza blocca la bonifica

Ma il Comune non sapeva nulla del provvedimento. Il vicesindaco: lo impugneremo
21 febbraio 2009 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino Caserta

Tensione, ieri mattina, a Palazzo San Giacomo: all’indomani dell’accordo siglato tra Comune di Napoli e ministero dell’Ambiente, che di fatto pone le condizioni per avviare il risanamento e la bonifica dell’area orientale, qualcuno si è accorto dell’esistenza di un provvedimento giudiziario - e precisamente di una sentenza del Tar Campania - che di fatto potrebbe rimettere tutto in discussione. Comprensibile il disappunto degli assessori interessati. I quali, tuttavia, smentiscono che vi sia stato un difetto di comunicazione con l’ufficio Avvocatura di Palazzo San Giacomo, che avrebbe dovuto trasmettere in tempo reale la sentenza del Tar, che peraltro risale al 27 gennaio scorso. Ricapitoliamo i termini della vicenda. A ricorrere al tribunale amministrativo regionale della Campania era stata la Selenia spa, che aveva chiamato in giudizio ministero dell’Ambiente, ministero della Salute, Regione Campania e Comune di Napoli oltre ad una serie di enti e agenzie regionali chiedendo «l’annullamento del verbale di una conferenza di servizi» convocata il 30 gennaio dello scorso anno. «I risultati di tale caratterizzazione - si legge nei motivi di fatto della sentenza - furono oggetto di considerazione nella Conferenza dei servizi del 30 gennaio 2008 (..) non lasciando di fatto possibilità per soluzioni diverse per i soggetti le cui aree si trovino all’interno del sito multisocietario di Napoli orientale e che decidano di non aderire all’accordo ed eliminandosi la figura del proprietario dei terreeni contaminati che volontariamente intraprenda gli interventi di bonifica in qualità di soggetto interessato». «Ancora - prosegue la sentenza - si chiede che gli interventi sulla falda siano svolti due volte, prima imponendosi un intervento di messa in sicurezza permanente e poi richiedendosi all’interno dell’area confinata la bonifica dell’acquifero entro i limiti mediante emungimento». Ora, di fatto, la sentenza del Tar blocca tutto. Ieri Palazzo San Giacomo ha chiarito la propria posizione. «Bisogna innanzitutto capire bene quando la sentenza è stata notificata - spiega al Mattino il vicesindaco Tino Santangelo - e quando è stata notificata al ministero dell’Ambiente. In ogni caso quella sentenza, che giunge a conclusioni incomprensibili, sarà impugnata: e con l’impugnazione ci sarà la sospensiva del provvedimento». E dunque, per il Comune, non ci sarebbe alcun caso.

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