Quantificati i risarcimenti per ditte petrolifere e chimiche ma anche piccoli insediamenti che hanno inquinato per anni

Napoli Est, le imprese pagano la bonifica

Accordo Comune-ministero dell’Ambiente: da recuperare 200 milioni, al via la prima transazione
20 febbraio 2009 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Napoli est veleni Il danno ambientale a Napoli est è di 200 milioni di euro, escludendo la bonifica della falda acquifera. Dopo anni di battaglie legali e di incertezze Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, ieri è riuscita a quantificare i guasti provocati dalle aziende pesanti - a cominciare da quelle petrolifere - e ha stabilito che le stesse aziende devono risarcire in solido il territorio. Ieri il Comune ha siglato l’intesa col ministro (fa seguito all’accordo di programma quadro del 2007) e ha incassato anche la prima transazione pari a 2,8 milioni di euro. A pagare è Icn (Iniziative commerciali Napoli spa), si tratta sostanzialmente di Auchan che da quelle parti - in via Argine - farà sorgere un altro stabilimento. Pur non avendo inquinato ha comprato un terreno inquinato e si è assunta l’onere della bonifica. Il centro commerciale sarà pronto per Natale. È la prima opera che verrà portata a termine con le nuove regole: vale a dire chi inquina paga. Il lavoro congiunto col governo è stato messo a punto dal vicesindaco Tino Santangelo. «L’accordo stipulato - racconta Santangelo - farà da modello per tutti i proprietari dei terreni del sito di Napoli Orientale che, aderendo, otterranno una serie di vantaggi quali la semplificazione delle procedure, la definizione transattiva del danno ambientale, l’affidamento della bonifica delle acque di falda alla mano pubblica e, soprattutto, la possibilità di realizzare lo sviluppo dell’area contestualmente alle operazioni di bonifica, con una grande riduzione dei tempi». L’area di Napoli Orientale costituisce uno dei 55 siti di interesse nazionale in cui «è stata accertata una rilevante presenza di inquinamento del terreno e delle acque di falda, causata da preesistenti impianti chimici, petroliferi o industriali oggi dismessi». La transazione con Icn è il primo contributo concreto da parte di un’azienda privata al progetto di bonifica. L’Icn, infatti, sta già provvedendo ad asportare i terreni contaminati sulla sua proprietà e, con l’accordo siglato a Roma, ottempera all’impegno di contribuire alla realizzazione della bonifica delle acque di falda, ma, principalmente risarcisce il danno ambientale. Non tutti pagheranno la stessa quota, il ministero dell’Ambiente ha separato i grandi inquinatori dai piccoli stabilendo come è normale prezzi diversi di risarcimento Per aderire all’accordo è necessario pagare il danno. Le aziende meno inquinanti pagheranno 7,23 euro a metro quadro di area posseduta per la bonifica. Per le sole aree dove si sono svolte o si svolgono attività petrolifere, metalmeccaniche, chimiche e simili dovrà essere pagata un ulteriore quota aggiuntiva al metro quadro di 46,66. C’è la possibilità di pagare in dieci anni e senza interessi. La falda acquifera sarà bonificata dallo Stato, ma anche qui le aziende dovranno dare un contributo di 4,22 euro a metro quadro. Auchan ha aperto la strada insieme al ministro e al vicesindaco, tuttavia lo scoglio più arduo da superare sarà quello delle aziende definite «grandi inquinatori». La trattativa con i petrolieri, perché sono loro che dovranno accollarsi l’onere maggiore, prosegue sotto traccia. Perché è volontà del Comune arrivare all’accordo per via negoziale senza far pesare l’atto firmato dalla Prestigiacomo e finire nelle aule di tribunale dove si rischia di rimanere anche dieci anni.

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