«Bassolino, accuse fondate sul malcontento»
Gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Fusco ieri hanno tenuto la loro arringa davanti al gup
«Non è un processo ai fatti, ma a un fenomeno, a un sistema, e si risolve oggettivamente in un processo politico». Ha commentato così l'avvocato Giuseppe Fusco, uno dei difensori del presidente della Regione, Antonio Bassolino, il procedimento sulle presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania nel corso dell'udienza preliminare che si è svolta ieri davanti al gup Marcello Piscopo. Il penalista, che difende il governatore insieme con l'avvocato Massimo Krogh, ha sostenuto l'estraneità di Bassolino agli addebiti contestati dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.
«Si accusa Bassolino di frode in pubbliche forniture, nonostante avesse solo sottoscritto, come rappresentante pro-tempore, un contratto istruito e definito da una precedente struttura, di cui non poteva nè aveva elementi per contestare l'operato, anzi essendo vincolato dal verbale di aggiudicazione della gara, precedente alla sua nomina», ha sottolineato l'avvocato Krogh riferendosi al contratto con l'Impregilo per la realizzazione degli impianti di Cdr, vicenda al centro dell'inchiesta. «Un'emergenza — ha aggiunto il legale — di quattordici anni, passata di mano in mano attraverso un infinito giro di atti e di persone, ha attratto l'attenzione del pm solo con riguardo al periodo gestito da Bassolino, come se solo in questo periodo s'incentrasse il nodo della grave emergenza dei rifiuti. Un'accusa che trasforma in frode e truffa un disastro politico- amministrativo, ascrivibile a molti, ad amplissimo raggio nel tempo e nello spazio, ma dove i costi che molti dovrebbero pagare nel contesto sociale sono impropriamente divenuti addebiti penali scaraventati addosso a pochi, sicché le tante colpe avessero un nome per l'esasperazione popolare». Per Krogh «non può sfuggire la portata solo suggestiva degli argomenti avanzati dal pm. È infondato oltre che fuori posto — ha affermato — il discorso sui pretesi stipendi d'oro, visto che documentalmente tali non erano, visto che non li stabiliva il commissario ma il governo, visto che Bassolino, com'è pacifico, non prese un centesimo. I compensi erano regolati dalla legge. Che senso ha — ha aggiunto il penalista — attaccare Bassolino per questi compensi, come se avesse creato lui le situazioni oggettive per erogarli, come se lui li avesse determinati? Senza dire della totale inesattezza delle cifre sbandierate dal pubblico ministero, non corrispondenti a quelle reali e documentalmente smentite. In questo modo suggestivo di portare le cose sta in qualche modo la debolezza dell'accusa; un'accusa che non è fondata sui fatti ma piuttosto articolata sul malcontento generale e sull'esasperazione popolare ». La difesa di Bassolino ha anche criticato il comportamento di Tommaso Sodano, esponente di Rifondazione e presidente della commissione Ambiente del Senato, che aveva denunciato le presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti e avversato la costruzione del termovalorizzatore di Acerra: proprio la mancata realizzazione dell'impianto, a giudizio dei legali, ha contribuito a creare la tragica situazione di stallo in cui versa lo smaltimento dei rifiuti nella nostra regione.
Ieri ha discusso anche l'avvocato Luigi Tuccillo, che difende Armando Cattaneo, ex amministratore delegato della Fibe. L'udienza preliminare riprenderà il 29 febbraio prossimo. È probabile che venerdì il giudice si pronunci sulle 28 richieste di rinvio a giudizio.